iPad sì, iPad no

L'iPad visto di fronte, di spalle e di lato

Il mio primo, breve ‘incontro’ con iPad avvenne a poca distanza dalla sua commercializzazione negli USA, grazie a un invito a cena strategico del mio amico Marco e alla gentilezza e disponibilità di una professoressa americana amica di famiglia.
A qualche mese da allora, ho finalmente avuto la possibilità di testare a fondo la versione WiFi+3G da 64GB, con contrattto Tre, per una decina di giorni, sottoponendolo a ‘collaudi’ di vario genere e riuscendo a renderlo quasi totalmente autonomo, ovvero indipendente da iTunes, come già avevo fatto con ill mio iPhone.
Nel resto di questo articolo proverò a elencare e illustrare gli aspetti positivi e negativi di questa ‘prova su strada’ e a dare qualche indicazione a coloro che ancora non hanno deciso se tuffarsi o meno nell’esperienza iPad.
Vorrei come sempre sottolineare che utilizzo da anni ogni genere di dispositivo ‘mobile’, dagli smartphone ai palmari, tai tablet ai convertible, e ho avuto tempo e modo di testare a fondo varie marche, modelli e sistemi operativi nonché le relative applicazioni, e spesso di scriverne nei miei articoli e recensioni.
Quanto sto per scrivere in questo articolo, quindi, non è dettato (soltanto) dalla passione che mi ha sempre contraddistinto peri prodotti Apple e per la tecnlogia in generale, ma anche e soprattutto dalla mia continua e quasi decennale ricerca del ‘dispositivo portatile per eccellenza’ che con l’adozione di iPhone (a ben tre anni dalla sua comparsa) e l’arrivo di iPad sembra aver trovato la sua degna conclusione.

Impatto globale: il primo, fugace incontro
Cominciamo dall’impressione generale nell’utilizzo, quella che fa di solito immediatamente innamorare o disamorare chi si trova per la prima volta fra le mani l’iPad, magari perché l’ha provato al volo in un negozio oppure dalle mani di un amico o collega che l’aveva acquistato.
Un po’ quello che è accaduto a me la prima volta, in quel breve incontro durato l’arco di una sera, per giunta senza connessione a Internet (nè WiFi nè telefonica), con un numero di applicazioni installate esiguo e per metà dipendente da Internet, e una scarsa esperienza nell’uso del multitouch e delle ‘gestures’ che influisce non poco nell’apprezzamento di app come Pages, Numbers e Keynote, di cui parlerò più avanti.
Ebbene, quel primo incontro aveva fatto sparire l’incanto che la presentazione di Jobs, i video su Youtube e quelli sul sito ufficiale Apple erano riusciti a creare e che probabilmente avevano spinto tanta gente all’acquisto dei primi modelli immessi sul mercato. Per un ‘Apple user’ di lunga data come il sottoscritto, che è partito dall’Apple II e dai primi Mac e ha diretto più di una rivista dedicata al Mac e agli altri prodotti di Cupertino, uscire da quel primo, breve incontro con iPad deluso e scoraggiato può apparire eccessivo a chi mi legge. Vi assicuro, tuttavia, che mi ha permesso di capire tutti coloro che hanno snobbato l’iPad con espressioni del tipo ‘non serve a niente di veramente pratico’, ‘è solo un grosso e costoso gadget’ e così via.
Certo, quando ci si ritrova fra le mani un iPad non possono lasciare insensibili cose come lo splendido display, il feedback immediato e fluido dell’interfaccia, l’eleganza del design e l’esperienza non più mediata da periferiche e dalla verticalità e distanza di un computer tradizionale, e difatti fui colpito da tutto ciò, ma mi resi anche conto che le dimensioni e il peso dell’iPad non erano proprio quelli che si ‘immaginavano’ guardandone le varie presentazioni, e nello stesso tempo rimasi dubbioso e sconcertato di fronte allo scarso senso di praticità e produttività che l’assenza della connessione e la scarsezza di applicazioni installate su quel modello suscitavano. Nello stesso tempo sorsero in me dei dubbi sull’effetto di una lettura prolungata su uno schermo tanto lucido, e ovviamente l’assenza di connessione non mi permise di esplorare l’ecosistema di contenuti e applicazioni di iTunes Store e App Store, quest’ultimo oltremodo ancora poco fornito in quel primo periodo. Infine, l’impatto con alcune app per iPhone zoomate a 2x, fra cui Stanza che allora non era stato ancora adattato, fu il colpo di grazia.
Le settimane seguenti mi sentii rincuorato per non essermi tuffato a capofitto nell’acquisto, ma nello stesso tempo continuai a tenermi aggiornato sull’evoluzione del software applicativi per iPad e a leggere o guardare le ‘prove su strada’ pubblicate in articoli e video italiani e stranieri.
Fino a un decina di giorni fa, appunto, quando mi si è presentata l’occasione per ‘vivere’ un iPad dal momento dell’attivazione alla successiva esplorazione delle sue caratteristiche, alla ricerca e installazione delle applicazioni, al loro utilizzo e alla configurazione e personalizzazione dell’ambiente iPad nella sua globalità.
Dopo questa esperienza ‘full immersion’ posso finalmente esprimermi sul valore di questa nuova, importante fase evolutiva di quell’esperienza che gli utilizzatori di iPhone e iPod Touch ben conoscono e apprezzano.
Ma procediamo per gradi…

Il desktop dell'iPad
Il desktop dell'iPad

È un libro? È un’agenda? È un computer? No, è un iPad
Tenere fra le mani e portarsi appresso un iPad, interagire con il suo ‘form factor’ vedendo scorrere sull’ampio display i contenuti digitali e plasmandone e creandone di nuovi usando le dita direttamente sullo schermo, porta inevitabilmente a soppesare i pro e i contro delle scelte hardware che Apple ha ‘dovuto’ fare per portare sul mercato un prodotto ‘finito’ al momento giusto, in modo da porsi ancora una volta come pioniera e apripista di una nuova generazione di prodotti e tecnologie.
Sì, perché agli occhi dei meno distratti non sarà sfuggita tutta una serie di ‘indizi’ da cui emergeva una certa ‘ansia’ di arrivare primi e le avvisaglie di una feroce battaglia che si sarebbe scatenata proprio all’inizio di quest’anno, con Microsoft che si affretta a presentare ufficialmente il suo ‘slate’, Amazon che continuava a migliorare il suo Kindle, Google che spingeva il suo SO Android sui dispositivi mobili ponendolo come diretto concorrente di iOS, e altre aziende come HP che improvvisamente rivelavano un serio interesse in una ‘razza’ di dispositivi mobili, i ‘tablet’, fratelli maggiori dei palmari, che dopo una prima timida apparizione erano stati per anni relegati a un territorio fatto di prototipi, esemplari rari e curiosi e prodotti segnati da grosse limitazioni hardware: autonomia scarsa delle batterie, schermi poco nitidi, interfacce scomode e imprecise, scarsezza di software in grado di giustificare la loro esistenza, e non ultimi prezzi proibitivi.
È normale, e comprensibile, che di fronte a tutto ciò Apple abbia immesso sul mercato un ‘iPad Touch gigante’, come molti l’hanno definito ignorando che in realtà il progetto di iPad era addirittura precedente a quello di iPhone e ovviamente non si era potuto concretizzare per la mancanza dei presupposti produttivi (costo dei componenti, assenza di tecnologie adeguate al formato, scarsità di applicazioni) indispensabili per una diffusione commerciale su larga scala.
Non stupisce, quindi, di ritrovarsi di fronte a un ‘tablet’ che ha uno spessore e un peso maggiori di quelli che la maggior parte di noi si aspettava, che aumenta la sua altezza e larghezza con una ‘cornice’ senza la quale sarebbe stato certamente più comodo da maneggiare e riporre e che sembra vagamente giustificata solo del pulsante ‘home’ nella sua parte bassa (collocabile magari su un lato), o l’assenza di una fotocamera in un prodotto nato per ‘comunicare’ e gestire contenuti (chi non ha desiderato di catturare l’immagine di un oggetto, di un prodotto o di un documento con il suo iPod magari per trasmetterlo assieme a delle ‘annotazioni’ o includerlo in un rapporto o una presentazione?).
Così come non stupisce, alla luce di questa presunta ‘urgenza di commercializzare’ il ritrovarsi di fronte a una confezione spartana, per niente all’altezza di quelle cui Apple ci ha da tempo abituati. Passi l’assenza degli auricolari, secondo alcuni superflui per un prodotto com l’iPad, ma con un prezzo che parte da 500 euro mi sarei aspettato per esempio una custodia, anche economica, o almeno un cavetto più lungo e un panno per pulire lo schermo. Ma, appunto, diamo per buona l’ipotesi della
fretta, come alibi per l’azienda di Cupertino.
Pecche giustificate, quindi, in un prodotto innovativo alla sua prima generazione, realizzato in tempi record una volta individuate e acquisite le tecnologie più adatte (batteria performante, display nitido e definito e soprattutto processore potente).
Ma anche mancanze che l’utente medio, l’uomo di strada, non può facilmente digerire una volta spesi 500 euro/dollari o più e che fanno storcere il naso e offrono spunti di critica e derisione a chi invece non avrebbe comunque acquistato un iPad, in particolare
ai detrattori di Apple.
Personalmente ho imparato a convivere con queste pecche (ma non con altre) e in qualche modo a porle in secondo piano rispetto a tutto il resto, un ‘resto’ che come leggerete più avanti (se avrete la pazienza di seguirmi fino in fondo) non è cosa da poco.

 

La schermata di SplitBrowser
La schermata di SplitBrowser

Web e Internet
Sicuramente una delle prime esperienze d’uso che ognuno di noi si sente spinto a vivere appena ha in mano un iPad è la navigazione in Internet, il ‘Web surfing’: ritrovarsi per la prima volta a ‘sfogliare’ (browse, in inglese) le pagine Web dei nostri siti preferiti, cercare con Google informazioni, leggere le notizie come si farebbe con un giornale ma in modo più pratico e interattivo e consulate Wikipedia come si farebbe con un’enciclopedia tradizionale ma con maggiore rapidità ed efficacia è qualcosa di veramente ‘nuovo’ e rivoluzionario.
Certo, l’assenza della tecnologia Flash riduce in parte la fruizione di tali contenuti, ma vi assicuro che non ho sentito molto la mancanza di banner, siti appesantiti da inutili e sfarzose animazioni, video porno e giochini. Avevo contenuti ben più interessanti cui dedicare la mia attenzione durante il test, mentre i video e i giochi con cui trastullarmi li ho trovati su Youtube e App Store.
Ma oggi Internet non è solo ‘Web surfing’, ma anche interazione sui social network, utilizzo di Web App che sostituiscono quelle offline, blogging e molto altro.
Ah sì, certo, c’è anche la posta elettronica ovviamente, oppure la lettura di feed RSS.
Tutte queste attività su iPad non soltanto sono possibili, ma acquistano una naturalezza resa possibile solo dall’utilizzo di un dispositivo mobile e wireless dallo schermo ampio e nitido, con una tastiera virtuale comoda quanto quella vera e soprattutto basato sul (multi)touch e non sull’uso del vecchio ‘stilo’, che Apple ha saputo coraggiosamente lasciarsi alle spalle come il floppy, stravolgendo i canoni informatici tipicamente progettati da ‘nerd’ in un’ottica, appunto, ‘nerd’, e riportando la prospettiva all’uomo comune, non informatico, come da sempre ha fatto già con il Mac e altri prodotti, soprattutto quelli ‘mobili’.
Inoltre, l’arrivo di più applicazioni per ogni genere di attività (a cominciare dagli stessi browser) o di quelle nate per sfruttare proprio le caratteristiche di visualizzazione e interazione dell’iPad ha trasformato e sta continuando a trasformare l’esperienza di Internet e del social networking per i fortunati e coraggiosi utilizzatori di iPad.
Infine, l’integrazione fra desktop tradizionale (Mac, Windows o Linux che sia) e fra online e offline riesce a creare un’interazione e un interscambio di dati e funzioni fra iPad e ‘tutto il resto’ con l’utilizzo di sistemi di sincronizzazione e archiviazione on-line e off-line (iDisk, DropBox, InstaPaper/Read Later, ecc) oppure di vero e proprio controllo remoto (VNC, TeamViewer, ecc.).
Oggi su iPad è già possibile sfruttare appieno i servizi e le applicazioni di Google, gestire altrettanto efficacemente allegati e file compressi, aprire i diversi formati di file con l’applicazione più adatta, e così via fino ad affrancarsi del tutto dal computer tradizionale.
La leggibilità dei contenuti Web, ove non garantita ed esaltata da app dedicate (come nel caso di molti giornali e riviste), è assicurata da browser o applicazioni che reimpaginano testo e immagini, isolando i contenuti salienti dal resto della pagina Web, e aumentando così l’efficacia dell’uso di iPad nella consultazione dei contenuti.

 

Una delle mie 'biblioteche' di test sull'iPad
Una delle mie 'biblioteche' di test sull'iPad

Libri, fumetti, riviste e…
Appena ho potuto configurare l’iPad dotandolo di tutti gli strumenti in grado di renderlo un dispositivo autonomo e soprattutto indipendente da iTunes (un “asservimento” che non sopportavo nemmeno ai tempi dei primi iPod), il primo test è stato il caricamento diretto e la lettura di libri, riviste e fumetti in PDF e in altri formati ‘proprietari’ o dedicati (CHM, CBR, ecc).
Non potete immaginare quale soddisfazione si provi a poter finalmente ‘leggere’ un libro o un qualsiasi altro documento PDF in un formato quasi uguale all’originale, tenendolo fra le mani in verticale, proprio come si farebbe con la versione cartacea. Era qualcosa che tentavo di fare da anni, usando palmari sempre più grandi, subnotebook ‘convertibili’ a tablet, netbook e tablet veri e propri, ma ogni volta l’esperienza era penalizzata da un display troppo piccolo o poco nitido, da un peso o un ingombro eccessivi o da batterie con autonomia troppo breve.
Sul display dell’iPad le migliaia di libri, fumetti e riviste digitali che da sempre colleziono prendevano finalmente vita, e potevo ‘sfogliarle’ a pagina piena, zoomare su un’immagine (foto, diagrammi, illustrazioni, schemi) usando due dita e tornando alla visualizzazione standard con semplice doppio ‘tap’ sulla pagina. Bisogna provarlo per sapere davvero cosa significa, anche per chi (come me) adora i libri cartacei, e chi ancora insiste sull’impossibilità di affiancare (non sostituire) il formato tradizionale e quello digitale forse non ha capito i vantaggi che l’editoria elettronica offre agli editori, agli autori, ai lettori e… al pianeta.
Naturalmente ebook su iPad non significa solo PDF, difatti sia l’applicazione nativa iBook sia i ‘lettori’ di terze parti come Stanza di Lexcycle o l’app Kindle di Amazon gestiscono il praticissimo formato ePub, che permette di ridimensionare il testo (o addirittura cambiarne lo stile), reimpaginandolo di conseguenza, oppure impostare uno sfondo diverso dal bianco (per es. un colore simile alla carta ‘ingiallita’ o al legno) o mettere il testo in negativo, ovvero fondo nero e testi bianchi.
Considerando che la quasi totalità dei documenti PDF può essere facilmente convertita in ePub (ideale se si tratta in gran parte di testo) si capisce che la lettura su iPad è davvero comoda usando questo formato. Per tutto il resto (libri e documenti ricchi di illustrazioni, riviste e fumetti, ecc) il PDF trova nelle generose dimensioni del display la sua cornice ideale, eventualmente scegliendo un ‘lettore’ che non faccia affidamento sul rendering nativo di iOS (un po’ lento per documenti complessi) e ci si doti di app alternative (parlerò anche di queste, non temete).
Rimane il dubbio sulla lettura prolungata e su quella in varie condizioni di luce ambiente: sulla prima posso rassicurarvi subito, basta impostare la giusta luminosità e lo sfondo più adatto se il bianco risulta affaticante a causa della brillantezza del display. Per la seconda questione, se l’iPad può essere perfetto in condizioni di scarsa illuminazione o all’ombra nelle giornate più soleggiate, diventa praticamente illeggibile sotto la luce solare diretta o comunque in situazioni di forte illuminazione, a differenza dei veri e propri lettori di eBook basati su e-ink, come il Kindle di Amazon o il Nook di Barnes & Noble, che sono appunto ‘specializzati’ per questo compito.
Personalmente non porterei mai l’iPad in spiaggia, anche perché rischierei il ‘blocco termico’ o, peggio ancora, di danneggiarlo o farmelo rubare.
Un’ultima nota riguarda i fumetti: al di là del formato proprietario che case come la Marvel hanno saputo proporre (con la speciale modalità di lettura sequenziale delle vignette), sia il comune PDF sia il diffusissimo CBR sono facilmente gestibili su iPad, per quanto non con lo stesso ‘impatto’.

 

Un esempio di gestione di file e cartella con un'app di terze parti
Un esempio di gestione di file e cartella con un'app di terze parti

File, cartelle, archivi
Utilizzare file e archivi su iPad significa sottoporli a quelle ‘azioni’ cui siamo abituati quando utilizziamo un computer: copiarli o spostarli, raggrupparli in un archivio compresso o viceversa estrarli dallo stesso, organizzarli in cartelle e sottocartelle, trasferirli da e verso archivi on-line o dischi in rete, aprirli e modificarli con l’applicazione che preferiamo, e così via. Tutte operazioni che iOS di serie non consente, se non per la gestione interna e piuttosto limitata di ogni singola app, ma che il genio degli sviluppatori ha reso possibili grazie a una serie di applicazioni che meritano il modesto investimento se si vuole davvero dare all’iPad quella autonomia nella gestione dei file che lo rende più simile a un computer e di conseguenza più pratico ed efficiente. Intendiamoci, si potrebbe anche fare a meno di queste funzioni prettamente ‘informatiche’ e accontentarsi di quelle di serie, ma chi è abituato a svolgerle su un computer potrebbe sentirsi un tantino limitato, quindi ben vengano le app che le aggiungono all’iPad.
Anche a queste applicazioni dedicherò uno spazio apposito, e una trattazione specifica, per non appesantire l’articolo in quanto tale.

Let's Golf di Gameloft in versione HD per iPad
Let's Golf di Gameloft in versione HD per iPad

Giocare con l’iPad
Tutti sappiamo quanto Apple abbia spinto lo sviluppo di giochi per iPad Touch e iPhone, e ricordiamo con quanta enfasi furono presentate le prime versioni ‘native’ per iPad al keynote che accompagnò il suo lancio.
Per quanto abbia potuto saggiare le capacità del processore A4 di gestire grafica e animazioni complesse anche sull’ampio schermo dell’iPad, resto dell’idea che un dispositivo di questo genere è particolarmente adatto a quei giochi che si avvantaggiano della modalità di controllo tattile e in particolare multitouch e della posizione in cui l’iPad viene tenuto.
Fra questi includerei i rompicapo e i giochi di enigmistica, i ‘giochi da tavolo’ e di società, le avventure punta-e-clicca e tutti quei giochi di simulazione bidimensionali o tridimensionali che appunto possono essere comodamente controllati attraverso il (multi)touch, come il fantastico GolfHD, il biliardo o i vari flipper.
Naturalmente ognuno è libero di installare e provare i vari arcade, sparatutto e platform che  App Store mette a disposizione, io resto del mio parere.

 

 

Uno dei tanti esempi di software musicale per iPod
Uno dei tanti esempi di software musicale per iPod

Suonare con l’iPad
Questo è un paragrafo che farei scrivere volentieri al mio caro amico Giuliano, vista la sua ampia esperienza nel settore audio e musicale, ma voglio almeno provare a esprimere la meraviglia provata nell’installare e provare le varie applicazioni che permettono di simulare sull’ampio display dell’iPad quasi ogni genere di strumento (in particolare tastiere e percussioni), di elaborare tracce audio usando semplicemente le dita, di comporre interi brani usando la notazione e le ‘piste’ stile sequencer, di esaminare spartiti di opere famose mentre le ai ascolta, di controllare strumentazioni e pacchetti audio professionali o di mixare tracce e brani come un deejay. Già ora si hanno a disposizione applicazioni più che adeguate per fare tutto ciò, figuriamoci quante ne arriveranno ancora.

 

Art Studio per iPad e alcuni dei suoi strumenti
Art Studio per iPad e alcuni dei suoi strumenti

L’iPad per chi lavora
La domanda che mi sono sentito (e mi sono posto io stesso) rivolgere più volte riguardo all’iPad è, ovviamente, se può sostituire un computer portatile, e in parte ho già risposto quando ho parlato di come è possibile rendere ‘autonomo’ il tablet di Apple svincolandolo da quel rapporto di ‘dipendenza’ col computer che finisce per trasformarlo in una sua estensione o, peggio, in una periferica.
La risposta alla fatidica domanda, tuttavia, può essere data soltanto anticipandola con una frase altrettanto fatidica: dipende da cosa vogliamo farci, col nostro iPad.
Se si tratta di gestire documenti tipici delle
suite da ufficio (testi anche complessi, fogli di calcolo e presentazioni), di fare semplici elaborazioni o aggiustamenti alle immagini, di consultare database, di ricevere e trasmettere tali documenti in allegato o in altri modi, posso garantirvi che non solo è possibile ma addirittura alcune operazioni sono rese molto più pratiche e intuitive dal multitouch e dall’interfaccia tattile in generale.
Devo però anche mettere in guardia tutti voi da una possibile pecca che ho riscontrato finora nella maggior parte delle app per iPhone, ovvero il ‘lag’ (ritardo) che si riscontra durante la digitazione, soprattutto usando la tastiera ‘virtuale’. Non è qualcosa di eccessivamente fastidioso, soprattutto per chi mira a sostituire un netbook o per chi vorrà dotarsi della tastiera esterna per iPad, ma è giusto farlo notare. Sicuramente le prossime versioni di iOS e i successivi modelli di iPad risolveranno questo piccolo neo che potrebbe spazientire i ‘digitatori folli’ come il sottoscritto.
Tornando all’uso ‘professionale’ dell’iPad, è importante capire che la sua minore o maggiore utilità e validità sono come sempre determinate dall’esistenza di applicazioni dedicate a ogni particolare settore. Per fare un esempio, mentre per il momento il software per settori come la grafica vettoriale o il CAD architettonico sono molto limitate, quelle per il settore medico e farmaceutico hanno già avuto un ottimo sviluppo. Mentre scrivevo quest’articolo, tuttavia, Autodesk ha annunciato che renderà disponibile una versione di AutoCAD anche per iPad, e questo dovrebbe far riflettere appunto sul futuro professionale dell’iPad oltre che su quello domestico, ludico e della vita quotidiana in generale.
La vera affermazione di iPad nei settori professionali e nel lavoro, tuttavia, è a mio parere affidata alla nascita, evoluzione e diffusione di applicazioni ‘verticali’ che traggono vantaggio dalla sua interfaccia ed ergonomia, nonché della sua portatilità, trasformandolo in uno strumento prezioso da usare nel commercio, nell’industria, nei settori tecnici e scientifici e in molti altri campi.
Per chiudere con un esempio pratico che sicuramente risponderà a un quesito abbastanza frequente, qualche giorno fa il mio amico Alberto, disegnatore e caricaturista di professione, mi chiedeva se a mio parere l’iPad può realmente sostituire la classica accoppiata computer+tavoletta grafica, e avendo io testato ben tre applicazioni ‘pittoriche’ riscontrando anche il quel caso il fastidioso ‘lag’ nella risposta oltre al problema della sovrapposizione del dito allo ‘strumento’ utilizzato (matita, pennello, ecc) non mi sono sentito di incoraggiarlo almeno per ora all’acquisto di iPad né all’utilizzo di ‘oggetti’ a punta morbida che potessero simulare quello reale sostituendo il dito senza graffiare lo schermo.

 

Le app per Wikipedia abbondano anche su iPad
Le app per Wikipedia abbondano anche su iPad

L’iPad per chi studia
Le notizie delle prime università americane che hanno annunciato l’intenzione di assegnare un iPad a ogni studente avevano sicuramente tolto ogni dubbio sull’impiego di questo dispositivo in ambito didattico, e questo sin dal primo lancio. Un futuro in cui un ‘tablet’ come iPad raccolga i testi scolastici, le prove di verifica interattive e gli appunti di ogn studente, permettendogli di comunicare facilmente ed efficacemente con i suoi docenti oltre che con i colleghi, non solo è affascinante ma anche auspicabile da un punto di vista ‘ecologico’ ed economico nonché di efficienza e produttività.
Durante i miei test con applicazioni dedicate allo studio o comunque utilizzabili in tale ambito, mi sono per esempio imbattuto in alcune app che, riprendendo la filosofia di utilizzo della famosa ‘penna intelligente’ (Pulse Smartpen) di Livescribe, permettevano di registrare l’audio di una lezione, riunione o conferenza sincronizzando ogni nota, schizzo o segno tracciati sull’iPad con quanto ascoltato in quel preciso momento, e di riascoltare appunto quella specifica porzione di audio quando si toccava il disegno o il testo creati sull’iPad.
Potrebbe a questo punto apparire superfluo precisare l’utilità e facilità di adozione di uno strumento come iPad da parte degli stessi docenti, tradizionalmente restii all’approccio con strumenti informatici tradizionali. Preparare le slide di una lezione con Keynote, una volta apprezzata e assimilata la ‘nautalezza’ dell’utilizzo di quest’app, e proiettarle poi sullo schermo dell’aula passandole poi agli allievi come sintesi della lezione stessa, sarebbe un bel passo sulla strada della didattica moderna.
La scelta di un ‘sistema chiuso’, come molti definiscono iOS più che altro dando una connotazione negativa a tale definizione, può rivelarsi inoltre strategico sia in ambienti didattici e istituzionali quanto in quelli aziendali e professionali in generale, proteggendo tanto i documenti e i dati gestiti quanto le opere diffuse attraverso ogni singola struttura.
Aggiungerei solo che la sempre maggiore disponibilità di enciclopedie, dizionari, atlanti e altre risorse didattiche in vari ambiti dello scibile umano, renderanno sempre più auspicabile l’adozione dell’iPad nelle scuole di ogni grado oltre che nelle famiglie.

Conclusione: pro e contro
Credo che molti dei lettori più pigri salteranno direttamente a questa seconda parte dell’articolo, ma li inviterei a non commentare, in tal caso, prima di aver cercato e trovato nel resto dell’articolo le motivazioni dettagliate dei giudizi che seguiranno.
Proverò a questo punto a dare la mia opinione su ogni singolo aspetto dell’iPad, cercando di essere imparziale e obiettivo nei miei giudizi, nonostante la mia nota passione per le nuove tecnologie e per i prodotti Apple in particolare. Non aspettatevi un voto, nè parziale né globale: solo leggendo il commento sui vari aspetti dell’iPad che esamino di seguito sarete in grado di estrarre la vostra valutazione. Se qualcuno a questo punto mi volesse chiedere “Ma tu, lo compreresti un iPad?”, la mia risposta sarebbe affermativa, e più precisamente mi accontenterei anche della versione base, quella da 16GB con il solo WiFi, perché anche se quella da me collaudata era il ‘top’ (con 3G e 64GB) mi sono accorto che i collegamenti esterni potevo farli con l’iPad in tethering (beh, sì, jailbreakandolo, per ora) e la maggior parte del tempo ero collegato in wifi a casa o in ufficio, cercando di mettere offline la maggior quantità di dati possibile per un utilizzo senza necessità di connessione; nello stesso tempo, come scriverò più avanti parlando della memoria, nonostante i numerosi libri, riviste e fumetti e l’abbondanza di app installate durante la prova (almeno una cinquantina), non ho mai superato i tre gigabyte di spazio occupato in totale per app e dati.

Dimensioni: apparentemente eccessive con i loro quasi 25 cm verticali per quasi 19 cm orizzontali e i 13,4 mm di spessore, ma dubito che ridurre l’ampiezza del display possa rivelarsi una soluzione ideale, e temo che un’eventuale versione da 7 pollici, ipotizzata nella generazione successiva, riduca sensibilmente la naturalezza attuale nella consultazione dei documenti PDF e nella navigazione Web non ‘reimpaginata’. La scelta di lasciare inalterata la risoluzione, inoltre, su un display con una diagonale ridotta potrebbe provocare difficoltà di lettura nei casi in cui si visualizzano le pagine al cento per cento, ovvero con fattore 1:1. Sarebbe invece auspicabile l’eliminazione o la riduzione della ‘cornice’, apparentemente utile (ma a mio parere non necessaria) all’ergonomia di utilizzo, e una riduzione dello spessore del dispositivo, purché ciò non influisca negativamente sul comparto batteria e antenna.

Peso: per un dispositivo pensato nell’ottica di un utilizzo multitouch i 680 grammi dell’iPad possono rivelarsi controproducenti visto che ci si stanca abbastanza presto tenendolo con una mano sola, cosa che si può fare ovviamente con un iPhone o un ebook reader, ben più compatti e leggeri perché dotati, ovviamente, di un display molto più ristretto. Essere costretti a tenere l’iPad sulle gambe, o peggio su un tavolo o una scrivania, annulla automaticamente il suo ruolo di alternativa al notebook, e lo allontana dall’ideale di ‘libro/giornale elettronico’ che era stato promosso al suo lancio. Devo ammettere, comunque, che dopo un po’ al peso dell’iPad si fa l’abitudine, nel senso che ci si rassegna a tenerlo con due mani, almeno nella lettura e nella navigazione Web. Il problema si pone, più che altro, nel momento in cui si deve fare uso intensivo del moultitouch e relative gesture, oppure quando si deve utilizzare la tastiera virtuale per digitare testi abbastanza lunghi, ma del resto in questi casi ci si spinge verso l’utilizzo stile notebook, che da una parte giustifica il posizionamento dell’iPad sulle gambe o su un ripiano.

Display: la risoluzione ormai standard di 1024×768, abbinata ai 132 pixel per pollice su uno schermo LED retroilluminato lucido realizzato con la nuova tecnologia IPS trasforma in un’esperienza piacevolissima la visualizzazione di qualsiasi cosa, dalle foto ai giochi, dai documenti alle pagine Web, fino ai filmati e ogni genere di grafica. L’estrema brillantezza e lucidità, ovviamente, si rivelano un’arma a doppio taglio rendendo praticamente illeggibile lo schermo in condizioni di elevata luminosità, ovvero all’esterno (se non siete all’ombra) o in un ambiente fortemente illuminato. Non sognatevi di mettere a confronto il display dell’iPad con quello di un ebook reader come il Kindle, visto che parliamo di due tecnologie differenti e che l’e-ink, da parte sua, non ha la risposta rapida sufficiente a gestire contenuti dinamici e richiede la stessa illuminazione che si utilizzerebber per leggere la carta stampata, essendo appunto molto simile a quest’ultima e specializzato per i contenuti statici come le pagine di libri e giornali, per ora senza il colore. Nella mia esperienza di lettura ho constatato che lo schermo dell’iPad non affatica la vista nemmeno dopo lunghe sessioni, grazie alla possibilità di regolare finemente la retroluminosità e di utilizzare sfondi non bianchi in molti casi. Come ho già avuto modo di scrivere nell’articolo, inoltre, le dimensioni e la risoluzione di questo display permettono finalmente di leggere con fattore 1:1 i libri e i documenti in PDF, e volendo anche fumetti e riviste nello stesso formato, inoltre la possibilità di zoomare sulle colonne di testo o le tavole di un fumetto aumentano il piacere della lettura.
Un’ultima considerazione riguarda le impronte: il “rivestimento oleorepellente” vantato dall’iPad ha la sua efficacia finché il display rimane acceso, ma preparatevi a inorridire una volta che lo spegnete perché si noteranno subito le miriadi di impronte lasciate durante l’uso un po’ dappertutto. Se siete maniaci della pulizia, tenete sempre pronto un bel panno di quelli usati per pulire gli schermi LCD o gli occhiali e usatelo semplicemente appannando il vetro, funziona benissimo.

Potenza: la velocità di risposta dell’iPad l’abbiamo notata tutti sin dal keynote in cui Jobs lo aveva orgogliosamente presentato al pubblico, e posso confermare che nella maggior parte delle applicazioni il processore A4 di cui è dotato offre una gran bella soddisfazione nell’utilizzo, con tempi di risposta velocissimi che rendono piacevole tanto la consultazione di libri/fumetti/riviste e la navigazione su pagine Web, quanto la creazione di documenti. Quest’ultimo compito, tuttavia, mi è sembrato un po’ più faticoso e ho notato un certo ‘ritardo’ nel rapporto fra digitazione/disegno e la produzione di testo/illustrazione in applicazioni dedicate come quelle per la gestione dei documenti Office o quelle per la grafica pittorica. Le tre applicazioni ufficiali di Apple (Keynote, Numbers e Pages) rispondono abbastanza bene all’input dell’utente, ma l’inserimento di testo non è immediato come avrei sperato. Non ho potuto ancora verificare se con l’uso della tastiera hardware (wireless o con dock) migliora questa sensazione, e chi la utilizza si ritiene soddisfatto in tal senso, ma sono certo che già con l’arrivo di OS 4.1/2 a novembre ci saranno miglioramenti anche su questo versante.
La riproduzione dei video è fluida anche in streaming, quindi suppongo che lo sarà altrettanto una volta portato in locale e del resto le dimostrazioni realizzate in pubblico con vari generi di film e video musicali lo hanno dimostrato ampiamente.
Per quanto riguarda i giochi, invece, l’iPad è stato una vera rivelazione, anche in quelli con grafica tridimensionale, dimostrando che il processore A4 è in grado di gestire senza problemi grafica a udio anche a livelli molto alti assicurando un’esperienza videoludica di qualità ai possessori di iPad.

Interazione: se siete pronti a fare il salto generazionale verso il futuro dell’informatica, dove l’idea di computer è solo un ricordo, farete presto a familiarizzare con le ‘gesture’ del multitouch utilizzate dall’interfaccia di iOS e dalle applicazioni dell’iPad. Tutto ciò che già si poteva fare su iPhone e iPod Touch acquista una nuova dimensione (è proprio il caso di dirlo) una volta che ci si ritrova fra le mani l’ampio schermo dell’iPad, e le applicazioni che hanno saputo e sapranno integrare la gestualità del multitouch proiettano l’utente in una dimensione totalmente nuova, che affascina sin dal primo istante. Chi ha avuto modo di osservare, per esempio, la filosofia di utilizzo di Keynote, il software di Apple per le presentazioni, sa bene di cosa parlo. Non mi riferisco, quindi, alle ormai note funzioni di zoom, spostamento, rotazione e altro, ma a tutto ciò che gli sviluppatori sono riusciti a integrare nelle loro app progettandole per l’uso su iPad. Neanche i giochi fanno eccezione, una volta riprogettati in modo da rendere obsoleti mouse, tastiera e joypad l’interazione delle dita su aree ben definite dello schermo trasforma il videogame in un’esperienza totalmente nuova che viene amplificata dall’impatto dell’assenza di spazio fra noi e lo schermo. Bisogna provarlo (e non per dieci minuti in un centro commerciale, ovviamente) per capire cosa intendo.

Software: qualcuno si è lamentato della differenza di costi fra le app dell’iPhone e dell’iPod Touch e quelle dell’iPad, dimenticando che il prezzo medio di un’app è sicuramente una frazione di quello che si paga normalmente per un software ‘commerciale’. Chi si aspettava di spendere i soliti 79 centesimi delle app per iPhone ha storto un po’ il naso, ma si trattava di aspettative poco realistiche, diciamocelo. In ogni caso si tratta di spendere qualche euro, se escludiamo le app specializzate o le suite che invece superano anche i dieci euro (a volte anche i venti) ma fondamentalmente li valgono tutti e restano comunque al di sotto dei prezzi di un software ‘retail’ per computer.
Ovviamente bisogna saper individuare e scegliere le applicazioni giuste, visto che fortunatamente esistono già alternative quasi in ogni settore. Un esempio può essere quello dei browser: nel mio test ne ho provati almeno quattro, ognuno dotato di caratteristiche particolari e in grado di tener testa a quelli utilizzati su computer, ma ho dovuto appunto cercare e scegliere fino a individuare quello più adatto alle mie esigenze.
Discorso a parte sull’effettivo sfruttamento delle caratteristiche di iPad da parte del software di terze parti, ma stiamo parlando di app che sono spesso semplicemente ‘adattate’ al nuovo formato e in ogni caso ci riferiamo a una piattaforma che ha solo qualche mese di vita. Sono certo che da qui a fine anno vedremo sempre più app in grado di trarre il meglio dall’iPad, insieme a conversioni sempre più frequenti e migliori delle app attuali.
Per quanto riguarda il sistema operativo, dopo aver provato iOS 4 su iPhone o iPod Touch si fatica a non ritrovare il multitasking e le cartelle su iPhone, ma anche questa cosa verrà risolta in uno o due mesi, e speriamo tutti di trovare anche ulteriori novità con l’arrivo dell’update di sistema (non solo la gestione stampanti che Jobs ha mostrato nel keynote dell’1 settembre, ma anche, per esempio, il passaggio diretto da un task all’altro con una gesture invece di quello utilizzato adesso col pulsante ‘home’).

Interfacciamento: Apple si è preoccupata di rendere disponibili da subito quegli adattatori e cavi che potevano risolvere i problemi di collegamento dell’iPad alle periferiche più ‘naturali’, come le fotocamere digitali o i proiettori e monitor esterni. L’assenza di un’apertura hardware ‘standard’ verso l’esterno è una delle pecche più sottolineate dell’iPad, ma si fa presto a capire che non serve un cavo USB da collegare al computer quando basta un browser e una connessone wifi per trasferire rapidamente qualsiasi file da e verso l’iPad, mentre si possono usare tutti gli altri sistemi ormai collaudati per la gestione occasionale di file (allegati e-mail, dischi virtuali on-line come DropBox, ecc.). Anche la presenza della tastiera, in versione wireless o con dock, ha permesso infine di assegnare all’iPad quell’aspetto ‘da notebook’ che molti auspicavano per dire addio al loro portatile tradizionale.

Batteria: se si utilizza l’iPad in modalità ‘mista’ (ovvero on-line e offline, per lettura e visione o ascolto di contenuti multimediali, ecc.) le 10-12 ore di autonomia garantite da Apple si rivelano realistiche, anzi diciamo che si può arrivare a l giorno successivo anche senza la classica ricarica notturna. Nei miei test ho tenuto l’iPad acceso e collegato in wireless in modo quasi continuativo, e ha retto un’intera giornata, ma naturalmente si è trattato di un test intensivo, non credo che gli utilizzatori di iPad dedicheranno meno del 50% del tempo alla semplice lettura, che di per sé non assorbe molta energia.

Memoria: anche se incredibilmente la memoria video e la RAM dell’iPad sono le stesse che troviamo nell’iPhone 3Gs (PowerVR SGX 535 GPU e 256 MB di RAM) le prestazioni sono incredibilmente più elevate, il che spiega l’ulteriore aumento di potenza dell’iPad Touch presentato qualche giorno fa, e lascia ben sperare in un’ulteriore aumento di prestazioni per il futuro di iPad stesso. Durante il test non ho mai notato veri e propri rallentamenti dovuti a un’eccessiva mole di dati da elaborare, se non nella fase di avvio di qualche applicazione più ‘complessa’.
Per quanto riguarda la memoria-disco, avendo provato un modello da 64GB ho sempre tenuto d’occhio il reale utilizzo dello spazio a disposizione per dati e programmi, e devo dire che i risultati mi hanno rincuorato e convinto che anche un modello da 16GB può soddisfare la maggior parte degli utenti in quanto anche un numero elevato di app e i relativi dati non riusciranno mai a creare problemi di spazio, a meno di non voler tenere su iPad gigabyte di musica e video, ovviamente (in tal caso è facile fare due conti e scegliere la ‘pezzatura’ più adatta alle proprie esigenze).

Tirando le somme: non c’è che dire, Apple ha fatto come sempre un ottimo lavoro, probabilmente forte dell’esperienza maturata (non senza problemi) con l’iPhone e iPod Touch. Per essere la prima generazione di un dispositivo tanto rivoluzionario, possiamo dire che ha centrato l’obiettivo, e le ‘pecche’ da molti (me compreso) evidenziate non riusciranno a intaccare il fascino dell’innovazione che iPad ha portato nelle vite digitali di moltissime persone, anche perché assisteremo sicuramente presto alla prima evoluzione, inizialmente software poi sicuramente hardware, che riuscirà a cancellare molti nei e aggiungere nuovo entusiasmo e sano stupore per chi ha saputo cogliere in pieno la rivoluzione di iPad.

 


2 pensieri riguardo “iPad sì, iPad no”

  1. Anch’io ho esitato a usare l’ipad in ambito professionale ma oggi non me ne separo più, uso maggiormente Evernote come applicazione e da poco uso anche di pari Beesy per prendere degli appunti durante le riunioni, è molto utile 🙂

    1. Di Evernote parlano bene tutti quelli che lo utilizzano intensivamente, infatti. E comunque alla fine iPad può dare delle soddisfazioni se si impara a usarlo davvero in tutte le sue potenzialità, hai ragione Laura.

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