Nell’articolo che segue (scritto quest’estate, quindi prima di aprire questo nuovo blog), il primo sull’argomento e-book reader ‘hardware’, proverò a raccontare come mi sono avvicinato al Kindle e all’e-ink passando per gli ebook attraverso palmari, smartphone e tablet. Seguiranno, ovviamente, altri articoli di approfondimento su quanto accennato nei paragrafi che state per leggere.
Un’attesa lunga decenni
Chi mi conosce sa del mio amore incondizionato per i libri e la lettura, ma anche della mia instancabile ricerca del Santo Graal della lettura ‘digitale’, perseguita da quando i bit e i pixel sono entrati a far parte della mia esistenza, quasi trent’anni fa. Consapevole fin da subito della praticità e portatilità dei testi digitali rispetto a quelli su carta, sognavo il giorno in cui avrei potuto portare con me decine, se non centinaia di volumi in tasca per poterli consultare o leggere in qualsiasi momento, come anche la possibilità di accedere ‘in remoto’ a una biblioteca o libreria virtuale per recuperare e leggere i volumi desiderati.
In un articolo di qualche anno fa, nel periodo in cui i primi smartphone cominciavano a scalzare i PDA (noti anche come ‘palmari’), provai a fare il punto della situazione sulle soluzioni ‘software’ che grazie a diverse strategie riuscivano a rendere comoda e pratica la lettura di testi anche lunghi sui piccoli display dei dispositivi mobili. Chi si sente abbastanza curioso di rileggerlo lo trova qui.
In sostanza, il’ trucco’ principale che apriva la strada alla fruizione degli ebook era la conversione in formato ‘testo’ e la conseguente reimpaginazione anche al variare delle dimensioni dei caratteri utilizzati. Il secondo ‘trucco’ consisteva nel dare ai caratteri utilizzati una nitidezza e un contrasto che ne migliorassero la leggibilità. Formati come il LIT di Microsoft (per il suo MS Reader) oppure quello introdotto con RepliGO di Cerience (sbarcato di recente anche su Android) offrivano questo genere di vantaggi, rendendo di fatto la lettura di un libro abbastanza comoda anche sullo schermo di un dispositivo mobile: ricordo di aver (ri)letto per prova “Nebbia” di James Herbert su un PDA (Jamin) usando proprio RepliGO, all’epoca.
Ma rimanevano due ostacoli sulla strada verso la realizzazione del mio perverso sogno di lettura ‘digitale’: la reale leggibilità del display e la durata della batteria che alimentava il dispostivo mobile.
Il ‘salto quantico’
Quando ai palmari e agli smartphone seguirono i tablet di ultima generazione, come l’iPad o quelli basati su Android, non osai resistere alla tentazione di trasformarli in dispositivi per la lettura, e devo dire che inizialmente il salto verso display di maggiori dimensioni e miglior qualità e una durata della batteria più soddisfacente mi avevano quasi convinto. In poco tempo ho installato, su iPad e Samsung Galaxy Tab, ‘lettori’ di ogni genere per sperimentare con PDF convertiti in testo reimpaginato, ma anche libri con illustrazioni, riviste e fumetti e perfino scansioni di vari documenti, ottenendo risultati abbastanza soddisfacenti: con i primi sul display da 7 pollici del Samsung, e con i secondi sul più ampio schermo dell’iPad che in qualche modo riesce a riprodurre la superficie ‘reale’ di un documento impaginato.
Nonostante ciò, la retroilluminazione rendeva praticamente inutilizzabili questi ottimi e pratici dispositivi, una volta che si tentava di leggere all’aperto oppure in condizioni di luce ambiente comunque meno ‘attenuate’, proprio come accadeva con i palmari e accade ancora oggi con gli smartphone.
Inchiostro elettronico
Nel frattempo avevo intravisto, qualche volta, i lettori ebook in qualche negozio o centro commerciale, e il Kindle di Amazon (seconda generazione) a casa di un mio amico, a Berkeley. Quest’ultimo prodotto, in particolare, lo avevo trovato da una parte troppo ‘ingombrante’ nella sua globalità rispetto al display che incorporava, dall’altra non entusiasmante riguardo al display stesso (elemento chiave, del resto, vista la destinazione d’uso), che mi era sembrato un po’ troppo “opaco” (spento, sfocato, insomma), impressione ingannevolmente dettata dall’abitudine agli schermi retroilluminati di palmari, smartphone e display, ma anche dal contrasto meno efficace di quello che invece Amazon è riuscita a ottenere con la terza generazione del suo dispositivo di lettura.
Mesi dopo mi ritrovai a parlare dell’e-ink con un altro carissimo amico, Carlo Santagostino, che come sempre fu molto esauriente nel descrivermi la tecnologia e mi spinse ancora di più a tentare l’approccio con questa nuova rivoluzione.
La spinta finale arrivò insieme a un Kindle DX, circa un mese fa, al momento che mi fu portato a casa dal fratello di un altro amico, di origine straniera, in quanto lo avevano regalato a sua madre e voleva che gli dessi un’occhiata e magari caricare su qualche ‘classico’ di letteratura in modo che l’anziana genitrice potesse accenderlo e usarlo senza preoccuparsi di cose come l’attivazione, la connessione a un computer o a Internet, e così via.
Il grosso (ma davvero) lettore di Amazon si rivelò ingombrante quanto un iPad, ma finalmente fui in grado di saggiare la differenza di uno schermo basato su e-ink rispetto a qualsiasi altro display pur della migliore qualità. Mi bastò ‘sfogliare’ qualche pagina di ebook sulla nuova generazione del ‘reader’ di Amazon per avvertire finalmente la reale differenza rispetto a tutto quanto avevo testato in precedenza.
L’approccio con il Kindle ‘maxi’ di Amazon aveva quindi confermato ciò che Aaron e Carlo tentavano di farmi comprendere ma che senza una vera ‘prova sul campo’ e una tecnologia ancora migliore non potevo apprezzare: l’e-ink come rivoluzione e gli ebook reader come device ‘dedicati’ che, come spesso accade con questo genere di prodotti, fanno una sola cosa ma la fanno benissimo.
Quando, un mesetto dopo questo primo incontro con il reader di Amazon, Aaron mi permise di mettere le mani su un Kindle di terza generazione, per la quale Amazon è riuscita a ottenere (fra le altre cose di cui parlerò in una recensione ad hoc) un miglior contrasto rispetto alle versioni precedenti, capii che il Santo Graal della lettura digitale era finalmente nelle mie mani.
La ‘conversione’
Oggi leggo i miei libri sul Kindle 3 e mi sembra di sognare: quasi indistinguibile dalla carta, leggibilissimo anche sotto il sole, leggero e compatto e pratico anche senza avere uno schermo touch, e con una durata della batteria che si conta in settimane, invece che in ore.
Ma non vi leggo soltanto i libri, perché nel frattempo si è concretizzata anche quella ‘rivoluzione’ che aspettavo con altrettanta ansia da quando è nato il Internet: poter leggere le pagine Web come se stessi leggendo una versione stampata delle stesse, ma senza lo spreco e la scomodità della carta!
Non solo ho scoperto che servizi come InstaPaper (che già usavo su iPhone, iPad e Galaxy Tab) permettono di creare un file per Kindle degli articoli salvati, ma ho anche trovato delle comode estensioni per browser che inviano al Kindle il testo della pagina desiderata con la stessa efficacia, permettendo così di ritrovare tutti i contenuti Web che mi interessano nel momento in cui sincronizzo il lettore via WiFi con il server di Amazon.
Inoltre, ho iniziato ovviamente ad acquistare sempre più spesso degli ebook da Amazon stessa, essendo cliente da quando esiste il sito originale USA (Amazon.com), alla cui inesauribile risorsa libraria potevo già attingere grazie alla conoscenza della lingua inglese.
Ma ho iniziato anche a convertire i libri in italiano che già avevo, in vari formati, per poterli leggere sul Kindle, naturalmente.
Se volete sapere come funziona tutto ciò, seguite i prossimi articoli sull’argomento, che pubblicherò a breve insieme ad altre info e link utili sulle risorse che possono permettervi di scoprire sempre di più e usare sempre meglio questo gioiello di tecnologia per la lettura.
Di una cosa sola, mi rammarico: che la tecnologia degli ebook reader con e-ink sia arrivata solo oggi e non tanti anni fa, perché se ciò fosse accaduto quantomeno parallelamente allo sviluppo dei personal computer ora avremmo una diffusione e un utilizzo degli e-book davvero capillare e trasparente, mentre ancora adesso ci troviamo di fronte a lettori che non conoscono (e non possono quindi apprezzare) la qualità attuale e diffidano ancora della versione ‘digitale’ dei libri, e di fronte a editori che sono ancora spaventati dal passaggio epocale verso gli ebook e delle sue conseguenze sull’editoria tradizionale, incapaci di intravedere le potenzialità che esso offre se soltanto ci si pone con un’atteggiamento onesto e positivo nei confronti di questa inevitabile rivoluzione nelle abitudini di lettura di sempre più persone. Nel frattempo, gli autori che invece hanno colto tali potenzialità, cominciano a fare a meno degli editori… ma avrò modo di parlarvi anche di questo, ovviamente, in uno dei prossimi articoli.