Steve Pavlina finalmente in italiano

Steve Pavlina blog italianoSeguo il blog ufficiale di Steve Pavlina praticamente da quando esiste e ho sempre apprezzato il suo approccio diretto ed efficace con lo sviluppo personale, argomento sul quale Steve Pavlina ha pubblicato un libro che ripropone, nel titolo, lo slogan del suo stesso blog: “Personal Development for Smart People“.

Steve Pavlina è un autore prolifico, infatti sul suo blog ha pubblicato oltre mille articoli su argomenti come le rendite passive, l’efficienza personale, la definizione e il raggiungimento di obiettivi, la legge d’attrazione, le relazioni interpersonali e così via. Purtroppo fino a oggi per la maggioranza del pubblico italiano era impossibile consultare questi contenuti, ma con l’apertura del blog StevePavlina.it, che ripropone i testi di Steve Pavlina in italiano e li raccoglie in una serie di libri ed ebook nella nostra lingua, sarà finalmente possibile a tutti conoscere e mettere a frutto le strategie e gli insegnamenti del famoso coach/blogger americano.

Gli articoli non vengono semplicemente tradotti, bensì adattati alla realtà italiana e al contesto attuale, aggiungendo o eliminando rispettivamente quegli elementi che possono risultare utili o superflui (o addirittura fuorvianti). Il contenuto, inoltre, prima di essere raccolto e organizzato nei libri monotematici, viene elaborato professionalmente da un punto di vista redazionale, per garantire una migliore e più coerente fruizione nel formato offline. Avere a disposizione le strategie e i consigli di Steve Pavlina in italiano sarà sicuramente un vantaggio per tutti gli appassionati di crescita e sviluppo personale che da tempo hanno manifestato il desiderio di poter leggere i contenuti del blog ufficiale nella nostra lingua.

La serie “Il meglio di Steve Pavlina” è pianificata per la pubblicazione nel corso dell’anno, con i primi titoli già disponibili in queste settimane, e nella prima rassegna di sette titoli abbraccerà i temi più popolari trattati dal famoso autore. In corrispondenza della disponibilità di ogni titolo sarà avviata la pubblicazione regolare degli articoli che trattano lo stesso argomento. Vi invito quindi a visitare il blog StevePavlina.it per scoprire le novità su questa interessante iniziativa!

Il sito Web e l’automobile

Molte delle persone e delle aziende che commissionano un sito non si rendono conto di quanto lavoro ci sia anche DOPO lo sviluppo del sito stesso, meravigliandosi di fronte alla richiesta, da parte di chi ha fornito il sito, di un canone annuo di gestione oltre che di rinnovo.

Per non essere costretti a utilizzare terminologie troppo complesse e tecnicismi non immediatamente comprensibili a chi non è del settore (ovvero la maggior parte dei clienti), si può ricorrere a quella che ho definito ‘la metafora dell’automobile’, grazie alla quale si riesce a rendere più perfettamente un’idea di quanto lavoro sia implicito nell’esistenza stessa di un sito Web.

auto tasse periodicheQuando si acquista un’automobile, si è già consapevoli che ogni anno dovrà essere versata una quota corrispondente al bollo, legata alla cilindrata/potenza del veicolo. Per un sito Web, questa equivale al rinnovo del nome di dominio e dell’hosting (lo spazio dove è ospitato il sito e i servizi annessi, come la posta elettronica o il database), diversa per ogni sito essendo quest’ultimo appunto legato a specifiche prestazioni che ne determinano il prezzo. Il rinnovo del nome di dominio e dei servizi di hosting va eseguito entro la naturale scadenza, e se si commissiona tale compito a un’agenzia di servizi sarà necessario pagare il tempo che quest’ultima investe nell’operazione, in quanto ci evita di farlo personalmente.

manutenzione auto e sito webChi acquista un’automobile, inoltre, sa bene che questa richiederà una certa manutenzione perché si possa viaggiare senza l’ansia di ritrovarsi da un momento all’altro in panne durante i viaggi, o addirittura essere coinvolti in un incidente (per es. dovuto allo stato di alcuni elementi come pneumatici, fari, elementi del cambio, ecc.). Le operazioni di manutenzione sono in parte svolti dal proprietario dell’auto, in parte delegati, dietro compenso, a personale qualificato che può andare dagli inservienti delle stazioni di servizio a veri e propri meccanici, elettrauto e gommisti. In alcuni casi è necessario un ‘aggiornamento’ dei componenti, come nel caso di gomme/pneumatici, oppure di elementi relativi all’impianto elettrico (per es. un faro). Anche un sito Web ha bisogno di manutenzione, soprattutto oggi con l’utilizzo dei CMS e dei relativi componenti che ne estendono le funzionalità, che richiedono un aggiornamento frequente perché sia mantenuta la stabilità dell’intero sito. Come per l’auto, anche per il sito la manutenzione ha un costo in quanto eseguita da personale specializzato, a meno che il titolare del sito non ritenga di avere le competenze giuste e si attrezzi per eseguire tali operazioni in piena autonomia.

auto effrazioneInoltre, chi acquista un’automobile è sicuramente molto attento all’aspetto della sicurezza, quindi ricorre a un’assicurazione che copre gli incidenti ma anche i furti e altri atti criminosi a danno del veicolo. L’assenza di una polizza assicurativa si traduce, oltre che in pesanti sanzioni o addirittura il sequestro del veicolo, anche nell’assumersi l’intero carico di spesa qualora il veicolo risulti danneggiato o rubato. Un sito Web può essere allo stesso modo danneggiato o addirittura distrutto, e in certi casi ‘rubato’ quando l’attacco da parte dei pirati informatici ha l’obiettivo di utilizzare il sito per dirottare i visitatori verso altri siti Web spesso di dubbia natura (gioco d’azzardo, porno, terrorismo). Questi attacchi sono all’ordine del giorno e i tentativi di penetrare nel codice del sito hanno una frequenza altissima, avvengono infatti più volte al giorno. Senza un’adeguata operazione di ‘backup’ (creazione periodica di copie esterne del sito) e di una ‘blindatura’ che permetta di prevenire e scongiurare gli attacchi di cui sopra, si rischia di vedere gli effetti disastrosi degli attacchi andati a buon fine, che possono andare dalla ‘schedatura’ del sito come malevolo da parte dei motori di ricerca, che in tal caso ne ‘oscurano’ la visibilità e lo rendono inaccessibile al pubblico visualizzando un avviso di pericolo, alla sua cancellazione dai risultati delle ricerche (disastrosa per qualsiasi attività online) fino al danneggiamento del sito stesso in certi casi irreversibile se non si dispone di una copia di sicurezza valida.

Ricapitolando, i costi PERIODICI che il titolare (non utilizzo il termine ‘proprietario’ per ovvi motivi illustrati a fine articolo) di un sito Web deve sostenere dopo lo sviluppo del sito, sono tre:

  1. operazioni e canoni di rinnovo del nome di dominio e dei servizi di hosting
  2. manutenzione periodica di aggiornamento della piattaforma su cui il sito è basato e dei suoi componenti
  3. messa in sicurezza e prevenzione dei danni causati da malfunzionamenti dell’hosting e dagli attacchi dei ciber-criminali (pirati informatici)

Tali costi variano, come abbiamo visto, a seconda del servizio di hosting e registrazione dominio cui è basato il sito e a seconda del fornitore dei servizi di manutenzione e sicurezza. Ad essi vanno aggiunti i costi degli interventi di aggiornamento dei contenuti (immagini, listini, ecc.) che sono da preventivare di volta in volta a seconda delle necessità del cliente e della disponibilità di chi fornisce tale servizio.

Se il sito non è gestito come ‘servizio’ ma è stato fornito al cliente nella sua interezza come ‘prodotto’, quest’ultimo dovrà sentirsi libero di affidare ad altri fornitori i servizi appena descritti, oppure di gestirli in autonomia, svincolando in tal caso totalmente il precedente fornitore e gestore del sito e assumendosi, naturalmente, di conseguenza tutte le responsabilità derivanti da una gestione autonoma o dall’affidamento ad altri della stessa.

Naturalmente le problematiche e gli aspetti legati alla fornitura e gestione di un sito variano da un caso all’altro, e offrono innumerevoli spunti di discussione e riflessione, pertanto siete invitati a commentare ed esprimere il vostro parere o raccontare le vostre esperienze.

Come funziona Kindle, il lettore ebook di Amazon?

Ho notato, soprattutto con l’approssimarsi delle festività natalizie, che sempre più lettori del mio blog arrivavano sul sito con la domanda “Come funziona Kindle?” In effetti per molte persone non è chiaro cosa può offrire il lettore di ebook di Amazon rispetto, per esempio, a un tablet (come lo stesso Kindle Fire di Amazon). Così come può non essere chiaro a molti che differenza c’è fra un Kindle e un altro ebook reader come quelli di Sony, oppure il Kobo. Riprendendo in parte gli argomenti già ampiamente trattati nel mio precedente articolo dedicato al Kindle su questo stesso sito, cercherò di dare quindi una serie di piccole spiegazioni relativamente ai vari aspetti del Kindle e del suo funzionamento, punto per punto, senza alcuna pretesa di esaustività ma sempre con l’invito, per chi leggerà questo articolo, di interagire con domande e richieste di approfondimento usando i commenti.

Come funziona Kindle rispetto a un tablet?

lo schermo e-paper del Kindle di AmazonLa differenza fra Kindle (o qualsiasi altro lettore di ebook vero e proprio) e un tablet è principalmente nella tecnologia utilizzata per il display: lo schermo di un Kindle o di un altro ebook reader è basato sulla tecnologia e-ink (“inchiostro elettronico“) che per la sua caratteristica di alta persistenza permette da una parte di creare un’esperienza di lettura molto simile  a quella della stampa tradizionale e dall’altra di mantenere la carica della batteria di un dispositivo come il Kindle per settimane grazie a un bassissimo consumo (praticamente l’energia della batteria viene utilizzata soltanto quando si cambia pagina, o comunque solo se il contenuto della pagina viene in qualche modo alternato, per esempio per leggere la definizione di una parola o aggiungere una nota).

Altra caratteristica “standard” del Kindle riguardo al suo schermo è che non è retroilluminato, il che ne permette una lettura che migliora in modo direttamente proporzionale alla quantità di luce ambiente: in altra parole, maggiore è l’illuminazione del posto in cui vi trovate a leggere, migliore sarà la leggibilità dello schermo del Kindle. Questa caratteristica lo pone all’opposto dei tablet, i cui schermi sono appunto retroilluminati e risultano quasi impossibili da leggere se la luce ambiente è consistente (per esempio quando ci si trova all’esterno in una giornata di cielo sereno o peggio ancora soleggiata).

Ma come si fa, quindi, se ci si trova a leggere un Kindle in un ambiente poco illuminato? A parte la possibilità di usare la stessa soluzione che si adotterebbe per un libro tradizionale (ovvero una fonte di luce, come la lampada sul comodino o la lucina da “agganciare” al bordo del Kindle che per esempio è presente su alcune custodie di buona qualità) Amazon ha nel tempo introdotto un modello di Kindle dotato di un sistema di illuminazione “diffusa”, il Kindle Paperwhite, che appunto permette di attivare e regolare una luce che viene proiettata abbastanza uniformemente sullo schermo del Kindle e consente di leggere anche in ambienti completamente bui oppure scarsamente illuminati.

Altra differenza sostanziale fra il Kindle e un tablet è la velocità di visualizzazione, determinata proprio dalla scelta dell’inchiosto elettronico: il Kindle e gli altri ebook reader sono progettati principalmente per consentire lunghe letture senza affaticare la vista, quindi scordatevi di usarlo per controllare la posta o navigare su Web, oppure per utilizzare i social network. Intendiamoci, Amazon ha inserito una sorta di browser all’interno del suo lettore di ebook, ma viene utilizzato più che altro per consultare, quando capita, una pagina di contenuti come quelle di Wikipedia, non per le attività di navigazione o interazione sociale tipiche di un tablet o di un computer. Se la vostra esigenza non è soprattutto leggere quanto navigare su Web e interagire sui social, sarà il caso che optiate per un Kindle Fire, il tablet di Amazon, ma se invece amate la lettura e pensate di utilizzare il dispositivo soprattutto per godervi romanzi e saggistica in sostituzione (graduale, magari) della tradizionale carta stampata, scegliete assolutamente un Kindle (per qualche indicazione sulla scelta del modello proseguite nella lettura).

Ci sono, ovviamente, dei “trucchi” per leggere i contenuti del Web comodamente sul Kindle anche senza usare una connessione stabile, come ho spiegato nell’ebook “How To Find Free Ebooks and Free Content For Kindle” (per ora solo in inglese), ma questo riguarda solo i siti Web, i blog e le notizie, quindi sono sicuramente esclusi i social network come Facebook e simili.

Come funziona Kindle rispetto a un libro tradizionale?

molti si chiedono come funziona Kindle a confronto con i libri stampati

Per quanto ci siano ancora molti fan della carta stampata che non riescono a concepire come un dispositivo digitale possa sostituire (in tutto o in parte) i loro amati libri, chi ha avuto modo modo di ‘toccare con mano’ e vedere coi propri occhi in cosa consiste la lettura con inchiostro elettronico (e-ink) su un Kindle o altro lettore di ebook vi dirà sicuramente che si tratta di una vera e propria rivoluzione, destinata a diffondere sempre di più l’utilizzo dei libri digitali (ebook, da electronic book) in sostituzione di quelli cartacei tradizionali.

Una caratteristica importantissima dei libri digitali rispetto a quelli tradizionali è la possibilità di “reimpaginare” il contenuto scegliendo una dimensione diversa per i caratteri, una diversa interlinea oppure addirittura cambiando il carattere utilizzato per il testo: in questo modo si può rendere più agevole la lettura il che è una manna per chi ha problemi visivi, per esempio.

Se la vostra preoccupazione non è la carenza di stimoli “sensoriali” (toccare la carta, sentirne il profumo o ascoltare il fruscio della pagina sfogliata) difficilmente baratterete la praticità di un lettore digitale come il Kindle rispetto all’equivalente peso e ingombro dei volumi cartacei tradizionali, una volta sperimentata la lettura su display e-ink. La rappresentazione del testo sullo schermo ha una tale nitidezza e stabilità che si finisce per dimenticare che, appunto, si tratta di un display e non di un foglio, se non fosse che il gesto di “cambiare pagina” viene riprodotto premendo un tasto o toccando una parte dello schermo (generalmente il lato destro per avanzare nella lettura e quello sinistro per tornare indietro).

Se, invece, siete preoccupati del fatto che un lettore digitale non possa ospitare i vostri appunti e sottolineature, non temete: grazie alle semplici funzioni incorporate, il Kindle vi permetterà di evidenziare parti di testo e aggiungervi delle note, così come ti aggiungere dei “segnalibri” (sotto forma di “orecchiette” virtuali) e ovviamente di ritrovare queste vostre annotazioni o cercare qualsiasi testo all’interno del volume con la pratica funzione di ricerca.

Come funziona Kindle riguardo agli acquisti dei libri?

il classico pulsante di acquisto degli ebook per Kindle su AmazonSe decidete di adottare un Kindle come lettore di ebook siete in un certo senso legati ad Amazon come fornitore dei libri che acquisterete, il che ha tanti lati positivi ma anche qualche lato negativo. Fra i vantaggi di questo “legame” c’è per esempio la grandissima disponibilità di titoli ormai anche nella nostra lingua, un’ottima assistenza che vi permette addirittura di chiedere il rimborso di un libro se cambiate idea sull’acquisto, la possibilità di scegliere i titoli che vi interessano basandovi sul voto e sui commenti di altri lettori e di lasciare a vostra volta un voto e un commento per contribuire a guidare altri futuri lettori dello stesso titolo, la comodità di non dover tenere tutti i titoli acquistati necessariamente nella memoria del Kindle perché sono automaticamente archiviati sul vostro “account” da cui potete ripescarli all’occorrenza semplicemente collegandovi a Internet con il lettore, oppure la possibilità di leggere gli stessi libri che avete acquistato anche sul computer o su un altro dispositivo (smartphone e tablet, tanto basati sul sistema iOS di Apple che sul più diffuso ed economico Android) grazie alle app Kindle disponibili per quasi ogni dispositivo esistente (e con la possibilità di sincronizzare la lettura fra un dispositivo e l’altro).

Amazon, inoltre, mette a disposizione una buona quantità di titoli gratuiti o fortemente scontati, non solo nei classici ma anche per libri più attuali, e nello stesso tempo fornisce gli strumenti per individuare facilmente titoli affini a quelli acquistati grazie a un sistema intelligente di “consigli per la lettura” basato sia sulle vostre preferenze sia su quelle di altri lettori.

L’acquisto dei titoli nella gigantesca libreria di Amazon può avvenire tanto da computer, usando la connessione al sito di Amazon.it per il nostro Paese, sia direttamente dal Kindle o dall’app se usate un altro dispositivo tipo iPhone, iPad o Android. Una volta che avrete registrato il vostro account sul sito di Amazon e associato una carta di credito (anche prepagata, tipo PostePay), vi sarà possibile acquistare con un semplice click qualsiasi titolo fra quelli disponibili e ritrovarvelo sul lettore o dentro l’app nel momento in cui questi si sincronizzato via Internet (usando la connessione WiFi oppure quella mobile telefonica nei modelli di Kindle dotati di connessione 3G). Amazon promuove anche una sorta di abbonamento, chiamato Kindle Unlimited, con il quale potete scegliere fra un’ampia selezione di titoli e leggere a vostro piacimento quelli desiderati pagando una piccola quota fissa mensile.

Se invece volete sapere come leggere sul Kindle i libri che già possedete o che non acquisterete da Amazon, provo a spiegarlo nel prossimo paragrafo.

Come funziona Kindle per i libri già in nostro possesso?

la copertina dell'ebook Kindle Guide to Free ContentNaturalmente se vi riferite a libri cartacei, l’unica possibilità consiste nel reperirne una versione digitale e poi trasferirla su Kindle oppure acquistarla direttamente da Amazon. Kindle riconosce in modo diretto il suo formato “nativo”, ovvero il formato MOBI/AZW, ma è possibile “convertire” libri digitali presenti in altri formati usando un servizio apposito su Internet, un programma come Calibre oppure il servizio che la stessa Amazon offre ai suoi utenti e che permette di inviare il file dell’ebook o del documento a un indirizzo speciale associato al Kindle e ritrovarselo convertito e pronto per la lettura al successivo collegamento a Internet del dispositivo.

Nel mio ebook “Kindle Guide to Free Content” descrivo anche questi diversi metodi per “tradurre” gli ebook e altri documenti da un formato qualsiasi a quello nativo del Kindle, ma in linea di massima potete farlo con il popolare programma gratuito Calibre, per esempio, sperando che nel processo di conversione da un formato all’altro resti intatta la struttura di impaginazione dell’ebook o del documento (in alcuni casi si creano degli accapo indesiderati, per esempio, oppure alcuni caratteri vengono convertiti in modo errato).

Riguardo, invece, all’acquisto di ebook da altre fonti che non siano la libreria online di Amazon, diciamo che il problema si presenta fino a un certo punto: se un libro esiste in formato digitale è assai probabile che possiate acquistarlo su Amazon, probabilmente al prezzo migliore sul mercato (se lo trovate a meno altrove potete segnalarlo e Amazon vi farà il relativo sconto!). Se, invece, si tratta di ebook che avete già acquistato potrete convertirli come spiegato sopra, purché non siano protetti dal sistema DRM (Digital Rights Management, ovvero gestione del copyright per i libri digitali).

Spero di aver risposto a tutte le domande fondamentali che vi avevano portato sul mio blog e su questo articolo riguardo a come funziona Kindle, altrimenti come sempre vi invito a interagire con ulteriori domande o richieste di approfondimento cui risponderò nei limiti delle mie possibilità e del tempo a mia disposizione.

Maledizioni e imprecazioni tipiche del Cilento

Prendendo spunto da noti e apprezzati “dizionari” delle espressioni dialettali romanesche, ho voluto dedicare questo articolo a un fenomeno linguistico popolare tipico del “folklore” della mia terra d’origine, il Cilento, ma sicuramente riscontrabile in molti altri dialetti del Sud e probabilmente anche del Centro Italia: l’utilizzo di espressioni grottesche e spesso truci volte a gettare sull’avversario (in una lite, per esempio) una sorta di ‘maledizione’ dall’esito terribile.

Chi avrà voglia di contribuire segnalando a sua volta espressioni dello stesso tipo e altrettanto “pittoresche” usando i commenti è ovviamente il benvenuto, da parte mia cercherò di aggiornare l’elenco man mano, tempo e impegni permettendo.

Nota: vengono utilizzate forme contratte e le vocali finali sono omesse in modo da rendere maggiormente la pronuncia originale delle varie espressioni.

Procediamo con la rassegna… ricordo che la lettura è consigliata solo a un pubblico adulto.

Puozz’ittà o’ sang (ti auguro un decesso causato da abbondandi perdite ematiche, eventualmente per via orale)

(Vedi anche Va iett’o sang e Puozz’ cacà sang oppure, come suggerito da Annalisa Ciccarino, Puozz culà o’ sang)

Ti puozz’ scapizzà (che tu possa cadere rovinosamente)

Puozz’ parlà p’i fianch (che i tuoi fianchi si aprano lasciando fuoruscire le tue parole)

Puozz’ ammutisc (ti auguro di perdere la capacità di proferire parola)

Chi t’è muort (imprecazione contro i defunti dell’interolucutore)

(peggiorativo: Chi t’è stramuort oppure I megl’ muort’ e’ chi t’e muort o addirittura O sang’ e’ chi t’è muort, alternativa: Chi t’è bivu meno utilizzata è invece rivolta contro i parenti ancora in vita)

Puozz’ culà cum’e cipudd (ti auguro di marcire producendo umori maleodoranti come accade alle cipolle)

Puozz’ nzurdisc (ti auguro di perdere il dono dell’udito)

(utilizzato soprattutto quando qualcuno fa notare qualcosa che l’autore dell’imprecazione ha detto)

Puozz’ cicà (che tu possa perdere la vista)

(utilizzato soprattutto quando qualcuno fa notare qualcosa che l’autore dell’imprecazione ha fatto)

Puozz’ ard vivu o Puozz’appiccià o anche Puozz’ vruscià (che tu possa ardere vivo, spesso ‘vivu’ rimaneva sottinteso)

Ti pozza siccà a linga (che la tua lingua raggiunga un tale grado di disitratazione da impedirti di proferire parola)

(utilizzato nei confronti di chi ha criticato il proprio operato o ha comunque pronunciato qualcosa di poco piacevole nei propri confronti)

T’acciung’i manu (se osi farlo sarò costretto a rendere le tue mani inutilizzabili)

Ti struppìu (se ci provi ti percuoterò fino a renderti storpio)

Ti spateddu (ti faccio a pezzi, probabilmente derivato dalla pianta dei fichi d’india, le cui “foglie” erano solite staccarsi facilmente se urtate)

Puozz’i casi casi (ti auguro di ridurti in un tale stato di indigenza da doverti recare presso le abitazioni altrui chiedendo l’elemosina)

A saitta c’a t’appiccia (che un fulmine ti possa dar fuoco, con la variante A saitta c’a ti vruscia)
(come suggerisce Francesco ci sarebbe l’espressione A saitta ca nun t’appiccia intesa come appello a una giustizia divina che tarda a concretizzarsi nella punizione, con variante A Maronna ca nun t’appiccia nella versione “religiosa”)

Esistono anche espressioni ‘bonarie’ come Puozz’ sta buon oppure Puozz’ fa l’ova (suggerito, quest’ultimo, da Angela Ciccarino), che ricordano il più napoletaneggiante Puozz’ campà cient’anni

 

CashToRefer, l’ennesima truffa camuffata da guadagno facile

Clicca e ti paghiamo, trova altri disposti a pagare e ti paghiamo ancora di più… il mantra è sempre lo stesso, e questo genere di truffe online ispirate al guadagno facile si moltiplicano sempre di più, sostenute dalla crisi economica che spinge la gente a credere e sperare che ci siano davvero metodi per guadagnare cifre concrete semplicemente cliccando e portando altri a fare lo stesso.  Qualche giorno fa vi ho parlato di umfragenews.com (noto anche per la sua versione francese fractualites e per quella spagnola apparsa nel frattempo), oggi invece voglio spendere qualche minuto per presentarvi il “mirabolante” sito CashToRefer.com, il cui proprietario pare sia un canadese e per il quale è stata scelta una veste davvero convincente.

CashToRefer.com la pagina home del sito

Chi conosce l’HTML sa bene quanto sia facile mettere su un sito del genere e riempirlo di contenuti, dandogli una parvenza di “business”, infatti CashToRefer a prima vista si presenta molto meglio di UmfrageNews/Fractualites facendo leva su immagini a scorrimento e su un “ticker” dove scorrono in tempo reale i “guadagni” maturati dai vari iscritti. Potete immaginare come ciò invogli a registrarsi e cominciare a tirar dentro altri.

Sì, perché CashToRefer promette di dare ai suoi iscritti ben 5 dollari per ogni nuovo iscritto, oltre ai 20 dollari di bonus che si ottengono quando ci si iscrive, ma il tetto da raggiungere per poter finalmente riscuotere questi soldi, inizialmente a 100 dollari,  è già passato a 200 (vi ricorda qualcosa?).

 

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UmfrageNews.com – Benefattori o truffatori?

ATTENZIONE: in questo articolo non è presente alcun link diretto al sito di cui si parla in quanto c’è un fondato sospetto di truffa, quindi attenzione a leggere prima tutto l’articolo, soprattutto se non vi siete ancora imbattuti nel sito in questione.

Ammettiamolo, “guadagnare cliccando” è il mantra più recitato del Web, così come la chimera del guadagno facile attraverso la semplice visualizzazione di pubblicità e simili ha attirato come falene verso la luce milioni di navigatori da quando esiste il Web.

la home page del sito UmfrageNews.com

L’ultima e forse più eclatante fra queste iniziative sembra essere quella di UmfrageNews.com, un sito che promette di dare 2 euro per ogni click su un link e 9 euro per ogni nuovo iscritto che si registra attraverso il vostro link affiliato (anzi, 12 euro come vedrete fra poco).

Ne sono venuto a conoscenza quando un mio amico mi ha scritto e poi chiamato al telefono, esaltato per aver scoperto questa vera e propria miniera d’oro, e in un primo momento registrandomi ho visto che le cose da lui descritte sembravano rispondere a verità, ma…

Strani indizi su UmfrageNews.com

Eh già, perché di fronte a tanta “beneficenza” c’è sempre un “ma”, e vorrei farvi notare alcune incongruenze derivate da un esame più attento del sito di UmfrageNews.com, ovvero:

  1. il modulo di registrazione ha degli strani bug per cui i dati risultano mescolati (per es. cognome con indirizzo email)
  2. il sito è in semplice HTML, quindi non basato su un CMS o comunque un linguaggio tipo PHP o simile
  3. umfragenews.com è solo in tedesco, ma i suoi server sono in Ukraina (l’ho verificato tramite whois e ping)
  4. il dominio umfragenews.com è stato registrato solo qualche settimana fa, e ha già un’autorizzazione ai pagamenti tramite PayPal (a suo dire)
  5. i banner presenti sul sito non puntano a nulla (ovvero non contengono link) e il sito pubblicizzato non è neanche un dominio esistente
  6. la registrazione è fin troppo facile, e l’email di conferma a me non è nemmeno arrivata (ho controllato anche nello spam) mentre a chi è arrivata era composta da due semplici righe di benvenuto senza link di verifica su cui cliccare, figuriamoci se un servizio in cui fanno creare un account per dei pagamenti non verifica neanche l’email di chi si iscrive, soprattutto dopo averti chiesto il numero di un documento di identità
  7. le uniche due news presenti sul sito (che annunciano i tempi di pagamento e il premio di affiliazione) sono dei semplici stralci di testo e non sono collegati a un blog, come accade normalmente

Insomma, UmfrageNews.com ha tutta l’aria di un sito “di facciata”, messo su al volo per raccogliere l’indirizzo email, l’account PayPal, il nome e cognome, e dato che si tratta di guadagni facili e vistosi, potete immaginare quanto si sita diffodendo a macchia d’olio anche qui in Italia soprattutto nei forum. Tra l’altro esiste anche una versione in francese, ovviamente con nome di dominio diverso: fractualites.com (vedi immagine seguente).

fractualities.com è la versione francese di umfragenews.com

Non mi meraviglierei che, da qui a qualche giorno, facessero la loro comparsa anche versioni di UmfrageNews.com in italiano, spagnolo, ecc.

Resta da capire quale può essere lo scopo dell’iniziativa promossa da UmfrageNews.com e Fractualites.com: raccogliere facilmente un’elenco sterminato di indirizzi email con nomi e cognomi di persone che hanno un account PayPal per poi rivenderli alle agenzie di email marketing o, peggio, a scammer professionisti? Servirsi loro stessi di questi dati per truffare qualcun altro? Ottenere click su un sito per rivenderseli come “traffico certificato” e vendere così pubblicità a caro prezzo agli inserzionisti? Personalmente non riesco a immaginare come si possa dare 2 euro per un click su un qualcosa che non è neanche una pubblicità e non apre una pagina, e aggiungerci 9 euro per l’affiliazione e una percentuale del 10% sugli iscritti. Quando scoprirò se pagano ve lo farò sapere, ovviamente, ma dubito che possa accadere.

Vi pregherei quindi di diffondere questa informazione almeno per mettere in guardia più gente possibile, potete anche fare riferimento a questo articolo, e ovviamente il mio consiglio a chi si fosse già registrato è di non fornire ulteriori dati sensibili, di cambiare la password di PayPal e tenere gli occhi aperti riguardo al proprio conto.

Mappe mentali, uno strumento prezioso per sviluppare idee e progetti

Cos’è una mappa mentale?

esempio di mappa mentale sviluppata con Mindomo

Questo articolo nasce da una mappa mentale, ovvero uno schema visuale in cui ho raccolto e organizzato le idee e i contenuti che avrei poi sviluppato per scrivere il testo che state leggendo. Per farvi subito un’idea di come ciò sia avvenuto, potete cliccare sull’immagine che segue e ingrandirla, oppure guardare il video di introduzione alle mappe mentali in cui illustro esattamente il processo di creazione di tale mappa e il funzionamento di alcuni degli strumenti di base utilizzati per crearla. Tali strumenti sono fra quelli in dotazione all’applicazione , di cui sono ormai praticamente innamorato (leggendo scoprirete il perché).

video di introduzione alla creazione di mappe mentali con Mindomo

 

Mappe mentali come alternativa

Ciò che rende le mappe mentali più efficaci di una semplice ‘scaletta’ (‘outline’ in inglese) è l’affinità che queste hanno con il modo in cui le informazioni vengono organizzate e fissate dal nostro cervello, infatti la struttura di una mappa mentale ricorda molto da vicino la ramificazione di neuroni e sinapsi, dove i concetti sono connessi fra di loro in maniera abbastanza libera e spontanea, usando un sistema gerarchico ma anche ‘esploso’ in modo da estendersi in qualsiasi direzione piuttosto che seguire uno schema rigidamente verticale oppure orizzontale.

Le mappe mentali, come avrete visto dall’immagine, si basano infatti su ‘nodi’ principali da cui si diramano altri ‘nodi’ secondari in varie direzioni. A introdurre il concetto di ‘mappa mentale’ (‘mind map’ in inglese) fu Tony Buzan, che negli anni Settanta pubblicò diversi best-seller sull’argomento del pensiero laterale e della produttività nella gestione di informazioni. Il suo libro sull’argomento è stato anche tradotto in italiano e si intitola, appunto, “Mappe Mentali“. In realtà negli stessi anni Joseph Novak teorizzò le mappe concettuali, che tuttavia sono orientate a un approccio soprattutto cognitivo (se volete approfondire trovate un link a fine articolo).

Ma vediamo in quali campi di applicazione le mappe mentali possono rivelarsi particolarmente utili.

schema di mappa mentale
un template per creare mappe mentali a mano

 

A cosa servono le mappe mentali?

I campi di applicazione delle mappe mentali sono praticamente infiniti, ma possiamo dire che si prestano particolarmente allo sviluppo di idee e di progetti, dove questi ultimi possono essere rappresentati da materiale didattico (lezioni, seminari e interi corsi, ma anche le relative dispense oppure materiale multimediale), articoli per la stampa o per il Web, ma anche libri, tanto di saggistica quanto di narrativa.

Personalmente ho trovato utile l’uso delle mappe mentali anche per sintetizzare o prendere appunti durante la visione di un webinar, di un videocorso o di un evento dal vivo, riuscendo così a ricostruire lo ‘scheletro’ dell’intero insieme di informazioni trasmesse durante l’evento stesso.

Infine, non bisogna dimenticare che un progetto può essere strutturato e definito usando una mappa mentale, e come vedremo più avanti è possibile coinvolgere altre persone al suo sviluppo rendendo di fatto la mappa una piattaforma collaborativa.

Le mappe mentali possono essere disegnate, naturalmente, tanto a mano quanto utilizzando una delle tantissime applicazioni ad hoc disponibili in forma gratuita o a pagamento, ed è proprio di queste applicazioni che ora vi parlerò.

 

Scegliere un’applicazione per le mappe mentali

Come avrete capito ho già fatto la mia scelta per quanto riguarda lo strumento da utilizzare per creare queste utilissime mappe, e si tratta appunto di . La scelta è ricaduta su quest’applicazione per diversi motivi, ma soprattutto perché racchiude tutte le caratteristiche più utili e importanti nella creazione di mappe mentali, ovvero:

  • rapidità di risposta, grazie alla quale si può costruire la mappa in modo naturale e spontaneo, addirittura più di quanto accadrebbe disegnandola a mano su un foglio
  • chiarezza, ovvero visualizzazione ordinata e facilmente navigabile di strutture anche complesse
  • opzioni e strumenti che permettano di gestire le informazioni (i ‘nodi’, il loro contenuto e le loro connessioni) in modo agevole e completo, tenendo conto sia dell’aspetto visuale sia di quello funzionale
  • possibilità di esportazione delle mappe mentali tanto nei formati standard più noti (per utilizzarle con altre applicazioni simili, per esempio) quanto nei formati grafici e in quelli più diffusi dei documenti (PDF, testo, foglio di calcolo, ecc.)
  • utilizzo di immagini e altri formati multimediali oltre al semplice testo all’interno dei ‘nodi’
  • possibilità di inserire link a risorse Web e “allegare” veri e propri file (per es. documenti sotto forma di file) all’interno dei nodi
  • compatibilità con diverse piattaforme e sistemi operativi, con disponibilità di un’eventuale versione ‘desktop’ oltre a quella online e addirittura di versioni ‘mobili’ da usare su smartphone e tablet
  • presenza di strumenti collaborativi per il lavoro in team su una mappa mentale
  • opzioni per la conversione della mappa mentale in una vera e propria presentazione
  • possibilità di proteggere le mappe mentali con password oppure, al contrario, renderle pubbliche e accessibili anche online per la consultazione da parte di molti utenti

Il 99% di queste caratteristiche è presente, appunto, in anche nella sua versione gratuita, ma a questo punto sarà il caso di menzionare qualche altra applicazione per la creazione di mappe mentali, in nome della par condicio.

 

Applicazioni free, ”freemium’ e commerciali per le mappe mentali

Per elencare le applicazioni disponibili per le mappe mentali dovrei scrivere più di quanto ho già scritto per parlarne in generale in questo articolo, di conseguenza mi limiterò a fornire alcuni link in chiusura permettendovi di esplorare le varie possibilità a seconda del sistema operativo o della piattaforma che utilizzate.

Vorrei però menzionare, a questo punto, l’applicazione gratuita per mappe mentali più popolare, ovvero Freemind, il cui formato è infatti fra i due attualmente disponibili in Mindomo nell’esportazione standard delle mappe (può tornare utile per distribuire una mappa mentale offline a un gruppo di studenti facendogli usare Freemind anche se voi l’avete sviluppata con Mindomo, per esempio). Freemind si basa su Java, per cui è utilizzabile su diverse piattaforme, e dal sito ufficiale potete scaricare tanto l’installer singolo quanto la versione che installa anche Java qualora quest’ultimo non fosse già presente sul vostro computer. Altra applicazione gratuita e abbastanza nota è XMind.

MindMeister applicazione per la creazione di mappe mentali
Una mappa mentale creata con MindMeister

Fra le applicazioni Web più note, oltre a Mindomo troviamo MindMeister, che io stesso ho utilizzato in passato e che proprio come Mindomo offre a sua volta tanto una versione gratuita quanto quella a pagamento in cui sono ‘sbloccate’ diverse opzioni e funzionalità. La filosofia ‘freemium’ adottata da queste e altre applicazioni permette appunto di esplorarne le caratteristiche, familiarizzando con quelle di base, per decidere poi se adottarle e passare eventualmente alla versione a pagamento in modo da ‘sbloccare’ le funzioni più evolute o la possibilità di creare più mappe oltre a quelle permesse dalla versione free.

Da citare, infine, oltre a iMindMap (sviluppata dall’azienda di Tony Buzan), anche quella più nota fra le applicazioni a pagamento, una vera e propria piattaforma professionale per le mappe mentali, ovvero MindManager di Mindjet, che tuttavia ha dei costi di partenza quasi sempre proibitivi per l’utente medio.

A questo punto, se volete approfondire, vi invito a esplorare i link che seguono, ma soprattutto a commentare facendomi sapere quali applicazioni preferite e perché. Io intanto torno a lavorare con e dare vita a nuovi articoli, progetti, corsi e libri! 🙂

 

Alcune risorse utili per chi è interessato alle mappe mentali:

Definizione di mappa mentale su Wikipedia in inglese e in italiano

L’ottima guida di Umberto Santucci sull’utilizzo delle mappe mentali nella scrittura (PDF)

Rassegna di varie applicazioni dedicate alle mappe mentali con elenco di vantaggi e svantaggi di ognuna

Rassegna di app per tablet Android dedicate alla creazione di mappe mentali (in inglese)

Rassegna in inglese di app iPad per la creazione di mappe mentali e un breve elenco in italiano dello stesso tipo

Articolo di Wikipedia sulle mappe concettuali (simili alle mappe mentali)

Alcuni manuali dedicati alle mappe mentali disponibili in libreria

 

Creare un sito Web in mezz’ora? Anche meno, con WordPress

ATTENZIONE! Solo per QUESTA SETTIMANA a soli 9 Euro potrai avere, insieme al software Pocket WordPress, la guida completa per imparare e usare WordPress su pendrive o su disco per creare tutti i siti e i blog che desideri, anche senza Internet. CLICCA QUI! Potrai anche includere il videocorso “Crea un sito WordPress in 30 minuti” aggiungendo solo pochi euro. Se invece vuoi accedere GRATIS al videocorso, clicca qui!

Quanto è difficile creare un sito Web?

La risposta a questa fatidica domanda è principalmente una: “dipende”. Dipende dagli strumenti utilizzati, dal tipo di sito che si vuole realizzare e dalla propria esperienza generale con l’informatica. Personalmente, da quando conosco e utilizzo WordPress ho cambiato molte opinioni sulla professione del webmaster, intesa in senso generale come ‘capacità di creare siti web e gestirli‘.

WordPress ha cambiato molte cose, in meglio per chi vuole creare da sé il proprio sito o blog oppure intraprendere la carriera di webmaster, in peggio per alcune di quelle agenzie e alcuni quei professionisti che per la realizzazione di un sito chiedono cifre che la maggior parte dei clienti non può permettersi di spendere.

Se lo strumento utilizzato è WordPress, quindi, e il sito non è particolarmente complesso, la risposta alla domanda è: “non troppo, anzi, quasi per niente difficile”.

 

Quanto tempo ci vuole per creare un sito Web con WordPress?

Anche in questo caso la risposta è la stessa della prima domanda, perché dipende sempre dalla complessità del sito e dagli strumenti utilizzati. E come per la prima domanda, se il nostro progetto non ha una struttura complessa e se si sceglie di creare un sito con WordPress, la risposta è ancora più sorprendente: “meno di mezz’ora”.

Lo so, questa affermazione farà storcere il naso a molte di quelle agenzie e di quei webmaster che fanno parte della categoria di cui sopra e che non potrebbero chiedere cifre astronomiche per un lavoro che si fa in mezz’ora (che poi su questo ci sarebbe da discutere a lungo, visto che non è il tempo ad essere oggetto della retribuzione ma piuttosto l’esperienza). C’è anche da dire che non tutti hanno bisogno di creare un sito Web particolarmente sofisticato, anzi in molti casi basta che ci siano gli elementi fondamentali e che siano presentati in modo ordinato, elegante ed efficace.

impara a creare un sito Web professionale con il libro Webmaster con WordPressQuando affermo che un sito Web si può creare anche in mezz’ora o meno, ovviamente, lo faccio con cognizione di causa e posso fornire le prove a sostegno. Per chi ha già acquistato e letto (ma soprattutto messo in pratica) il mio libro “Webmaster con WordPress” quest’affermazione è già in parte dimostrata, visto che in uno dei capitoli spiegavo appunto come creare un sito Web con WordPress in 50 minuti… oggi questi lettori possono accedere gratis al videocorso “Creare un sito Web in 30 minuti” semplicemente registrandosi sul sito di PocketWP, in quanto le videolezioni sono protette da password che possono essere ricavate dalle pagine del libro nella forma pagina-riga-parola, inteso come ‘parola x della riga y di pagina n‘ ma interpretato ovviamente in senso inverso (più facile a farsi che a dirsi, in ogni caso). copertina libro wordpress guida completaAnche nel mio nuovo libro, “WordPress – La Guida Completa“, spiego come creare rapidamente un sito utilizzando le versioni più recenti di WordPress, ma ho anche aggiunto molte informazioni su come personalizzare ulteriormente la grafica del sito.

 

Quanto costa un corso per imparare a creare un sito Web con WordPress?

Giusto, i lettori del mio primo libro accedono gratis al videocorso, ma tutti gli altri? Beh, il corso per il momento è disponibile solo nel ‘pacchetto’ di Pocket WordPress, che consta di un software per utilizzare WordPress da pendrive o disco locale senza necessità di installazione, un ebook sulla SEO Professionale per WordPress, un ebook sulla manutenzione di WordPress e un terzo che rappresenta una guida alla sicurezza di WordPress, il tutto a soli 19 euro.

Chi acquista il pacchetto, inoltre, ha diritto a ricevere periodicamente informazioni e videolezioni di approfondimento sugli argomenti presentati nei tre ebook e sull’uso di WordPress in generale.

wordpress su pendrive, videocorso per creare un sito Web in 30 minuti e 3 ebook

 

E per chi vuole creare un sito Web con WordPress che non sia ‘di base’?

Beh, se non ha già acquistato il mio primo libro, dove descrivo diversi progetti/esempi di creazione di siti Web con istruzioni passo a passo, chi ha quest’esigenza può acquistare altri miei libri ed ebook su WordPress, che sto pubblicando di volta in volta e che sono dedicati a diversi argomenti relativi a WordPress. Intanto se vi servisse ancora qualche buon motivo per scegliere WordPress come strumento di lavoro per creare un sito Web, potete sempre guardarvi le slide della mia presentazione sull’argomento.

Avventure Testuali protagoniste il 9 marzo al Vigamus

avventre testuali - tavola rotonda al Vigamus

Per chi ama le avventure testuali e la cosiddetta “interactive fiction” (trovatemi una traduzione meno ‘baciata’ di “narrativa interattiva” e l’adotto volentieri!) e si fosse perso l’evento di oggi al Vigamus un breve riepilogo degli interventi e le mie impressioni.
E’ toccato al sottoscritto “aprire le danze” con un excursus sulle avventure testuali e la loro evoluzione, viste nella prospettiva di chi le sviluppava nel periodo aureo, di chi le sviluppa oggi e di chi, bontà sua, vorrà svilupparle domani. Mi sono tenuto sul sintetico riguardo agli strumenti di sviluppo attuali, anche perché sospettavo che gli altri partecipanti avessero nei loro interventi argomenti simili visto il programma, tuttavia mi ha piacevolmente sorpreso come i nostri rispettivi contributi si siano poi rivelati integrati e sinergici, come leggerete fra poco.

Enrico Colombini via Skype in videochat per Text Adventure Day al Vigamus
Roberto Grassi "modera" l'intervento via Skype di Enrico Colombini al Text Adventure Day

Al mio intervento (di cui trovate le slide su SlideShare) è seguito quello di Enrico “Erix” Colombini, che impossibilitato a raggiungerci di persona ha sfruttato la videochat di Skype per raccontarci del suo primo approccio con le avventure testuali e di ciò che è naturalmente seguito, ovvero la creazione di “Avventura nel Castello” e, passando per il linguaggio di sviluppo Idra, la sua più recente opera letteraria interattiva “Locusta Temporis“, senza risparmiarci gustosi aneddoti e preziose riflessioni, che del resto tutti ci attendevamo da un personaggio “storico” del suo calibro.
All’intervento di Enrico è seguito quello di Giovanni Riccardi, che ha tracciato l’evoluzione del linguaggio di sviluppo per avventure testuali Inform, oggi alla sua settima versione. Giovanni ha investito un’enorme quantità di tempo ed energie nel lavoro di localizzazione delle precedenti versioni di Inform, che tuttavia nella sua ultima incarnazione ha reso quest’opera di traduzione molto più difficile se non impossibile in quanto ogni nuova release rende incompatibile la localizzazione precedente e costringe a rifare il lavoro. Giovanni ha ovviamente anche menzionato il prezioso lavoro svolto da Vincenzo Scarpa nella traduzione del manuale di Inform. Vincenzo purtroppo non ha potuto raggiungerci e partecipare alla tavola rotonda, ma speriamo sia dei nostri alla prossima occasione.
Francesco Cordella, autore della nota avventura testuale Flamel e per la sua attenta e lunga analisi del panorama IF italiano e internazionale, ha invece mostrato un video esclusivo in cui il mitico Scott Adams di Adventure International ha salutato personalmente i partecipanti alla tavola rotonda. Rivedere Francesco e Giovanni dopo molti anni dal nostro ultimo incontro a tema “avventuroso” (come sempre) è stato l’ennesimo piacere di questo evento.
Dopo l’intervento di Giovanni abbiamo potuto ascoltare la testimonianza di Roberto Grassi, che ho incontrato (nonostante fossimo in contatto da anni per questa comune passione delle avventure testuali) per la prima volta e con cui ho potuto scambiare interessanti riflessioni e pareri. Roberto ha parlato della sua avventura “Beyond” (“L’Aldilà” nell’edizione in italiano) e della sua analisi e ricerca sui punti di contatto e intersezione fra i diversi generi videludici che possiamo ricondurre alla “narrativa interattiva”.
L’ultimo intervento della tavola rotonda è stato quello del giornalista e scrittore Marco Vallarino, che rivedevo dopo 25 anni, ovvero per la prima volta dopo l’indimenticabile giorno in cui, accompagnato dal papà, venne a conoscermi ancora bambino in redazione a Milano, da appassionato e giovanissimo giocatore delle mie avventure testuali. Marco è articolista del Secolo XIX e scrittore di narrativa “noire“‘, ma è anche autore e sviluppatore di avventure testuali (esordì con “Enigma“) ed è venuto infatti a raccontarci della genesi, creazione e diffusione della sua seconda avventura, “Darkiss- Il bacio del vampiro“, e in particolare delle sorprendenti rivelazioni che l’analisi del suo successo ha fornito riguardo a un’inaspettata ampia fetta di pubblico di fascia femminile e giovanile.
Purtroppo ho dovuto lasciare questo meraviglioso “conclave di avventurieri” avendo il treno a ridosso dell’orario di chiusura dell’evento, ma la promessa unanime è stata quella di tenerci in contatto e organizzare  appena possibile nuove iniziative e nuove “interazioni”. Se siete dei fan delle avventure testuali, quindi, restate sintonizzati per scoprire cos’altro ci porterà questo primo passo verso un confronto storico e culturale sulle sfaccettature e le potenzialità di un genere videoludico che sopravvive e si rinnova nonostante l’evolversi dell’interazione multimediale.

relatori al Text Adventure Day del Vigamus il 9 marzo 2013
Da sinistra: Roberto Grassi, Francesco Cordella, Bonaventura Di Bello, Giovanni Riccardi e Marco Vallarino

 

Leggere News e Feed RSS come ebook

Da molti di voi mi sono arrivate, dopo il primo ‘trucco’ su come inviare e convertire ebook e documenti sul Kindle via email, domande riguardanti altre attività di lettura abituali da ‘portare’ sul vostro e-reader, e in particolare i Feed RSS dei blog o dei quotidiani che seguite più spesso.

Anche se in passato ci sono stati servizi dedicati come il famoso KindleFeeder (che a quanto pare non è più disponibile da un po’), non bisogna dimenticare che il favoloso e gratuito software Calibre ha, fra le diverse funzioni, anche quella che permette di scaricare notizie periodicamente da Internet per poterle poi sincronizzare sul Kindle.

Questa funzione, oltre ad avere già in lista un corposo elenco di quotidiani nazionali italiani ed esteri (che vengono scaricati e sincronizzati col vostro e-reader, Kindle o altro che sia, in automatico), può essere utilizzata in modo ‘personalizzato’ configurando uno o più feed RSS che saranno così convertiti in veri e propri ebook, nel formato desiderato.

menu per configurare la lettura di feed rss e notizie da Calibre

Dall’icona/pulsante ‘Scarica notizie‘ potete, infatti, selezionare l’opzione Programma lo scaricamento delle notizie per configurare le fonti già esistenti, oppure creare una nuova fonte con la seconda opzione Aggiungi una fonte di notizie personalizzata, che vi permetterà di inserire l’URL del feed e assegnare un nome alla fonte (in Calibre si chiama ‘recipe’, ovvero ‘ricetta’), ritrovandola così all’inizio dell’elenco nella sezione Personalizzato, subito prima delle fonti predefinite nelle varie lingue.

Le varie opzioni sono abbastanza intuitive e riuscirete a padroneggiarle con un po’ di pratica e di test, quindi evito di offendervi con un tutorial passo-passo, invece invito i più esperti a dare un’occhiata anche all’opzione per la ‘modalità avanzata’, che fa uso di uno script Python per definire i diversi parametri della ‘ricetta’, utile per esempio nel caso vogliate modificare la modalità di lettura del feed associando, per esempio, la versione ‘da stampa’ di un feed.

la finestra di personalizzazione del codice di una 'ricetta' in Calibre, si noti l'URL del feed RSS
la finestra di personalizzazione del codice di una ‘ricetta’ in Calibre, si noti l’URL del feed RSS, si noti l’URL del feed RSS