Leggo con piacere la disamina che Franco Bolelli fa della biografia di Steve Jobs nel suo articolo “Steve Jobs, la biografia dell’evoluzione: 650 pagine di storia appassionante ma non solo” su tiscali:opinioni, in particolare la parte in cui scrive:
“Perché se oggi Apple è arrivata ad avere più liquidità del tesoro americano è perché paradossalmente per Steve Jobs il profitto è sempre stato una conseguenza e non un fine. Il suo appello “non vendete prodotti, arricchite vite” non è soltanto uno slogan accattivante, ma il principio stesso di una funzione vitale della progettazione inventiva. Perché nessuno quanto Steve Jobs ha sposato impresa personale e impresa imprenditoriale, creatività e produttività. No, non è stato un benefattore: ma se ha saputo creare intorno alla sua opera una “mistica”, un alone di culto, è proprio perché il suo obiettivo è sempre stato evolutivo, la voglia di mettere al mondo qualcosa che prima non c’era.”
Molti di coloro che da sempre criticano Apple accusandola di aver creato dei veri e propri ‘feticci’ usando semplicemente tecniche subdole di marketing e ‘induzione ipnotica delle masse’ dovrebbero chiedersi come mai queste ‘masse’ non fanno parte della maggior parte delle persone (senza tirare in ballo i costi dei prodotti Apple, ovviamente) e da dove deriva la fidelizzazione (spacciata semplicisticamente per ‘effetto alone’) degli utenti Apple.
Chi, come me, ha potuto dare una svolta al modo di lavorare, oltre che di vivere, con l’informatica grazie al Mac (anche a costo di sacrifici economici, sempre ben ripagati ovviamente) sa bene di cosa parlo. Tutti gli altri parlano solo per sentito dire, semplicemente, oppure perché nel loro caso i prodotti Apple non hanno determinato alcun cambiamento nello stile di vita o di lavoro.
E mentre loro continuano a criticare i prodotti Apple e chi li utilizza, “noi altri” (the rest of us) ce li godiamo per la loro efficienza, la loro immediatezza d’uso, la loro stabilità e sicurezza, e la loro ‘bellezza’. Amen. 🙂
Condivido pienamente quello che dici! La biografia di Steve Jobs è molto bella, me la sto gustando con piacere. E’ pazzesco pensare però che lui non ci sia più, lo sento ancora così presente che mi sembra strano questo vuoto.
Shhh, non farti sentire perché quando diciamo certe cose ci prendono per dei fanatici invasati… scherzi a parte, vista la serietà dell’argomento, per noi che abbiamo vissuto questi decenni di storia del ‘personal computing’ a stretto contatto con più o meno tutte le ‘meraviglie’ che SJ ha immesso sul mercato (o a volte solo prospettato, visto che conosciamo anche molti progetti mai realizzati) è stato come veder sgretolare una parte della nostra realtà, ed è la stessa sensazione che si prova quando scompare una persona che conosciamo molto bene e frequentiamo, in fondo.
one of the rest of us … non puo’ che condividere e … ti sei anche mantenuto 🙂 … ce li godiamo per la loro efficienza, la loro immediatezza d’uso, la loro stabilità e sicurezza, e la loro ‘bellezza’ … aggiungerei apetura che con il kernel BSD e quindi UNIX e i tool di programmazione completamente GRATUITI rendono possibile oggi una APP for everything we want :-)) un saluto a Steve … anche se il mio idolo resta WOZ :-)))) !
Anche per me Woz resta il numero uno, Pietro, ma ho dovuto riconoscere, nel tempo, che senza Jobs le idee di Woz e la sua genialità sarebbero rimasti appannaggio di un mondo di nerd e geek e non sarebbero mai diventate un fenomeno tanto diffuso con beneficio di chi ha saputo e sa apprezzare i prodotti Apple. E ti confesso che non mi sarei mai aspettato di ‘sentire’ così profondamente la perdita di Jobs, ne sono rimasto sorpreso, davvero! Sono proprio un ‘fanboy’, ha ragione Adso 🙂