Prima di tutto mi scuso per il titolo provocatorio, ma ogni volta che difendo a spada tratta i prodotti di Cupertino evidenziandone i pregi mi sento attribuire questo termine che fa molto comodo a chi non ha saputo (ancora) apprezzare appieno i pregi del Mac oppure di uno dei tanti dispositivi mobili (smartphone, tablet, iPod) di Apple.
Preciso immediatamente, a scanso di equivoci, che nessuna macchina e nessun sistema si può definire totalmente esente da difetti, visto che è stato progettato dall’essere umano e da esso realizzato: quando gli Dei costruiranno i computer forse saranno perfetti e risponderanno anche alla famosa domanda cosmica.
In un recente dibattito su Google+ un amico (virtuale, ma abbastanza reale da apprezzarlo come persona e considerarlo tale) che conosce, avendolo anche usato, il Mac si stupiva ancora una volta del ‘fanatismo’ con cui noi utenti di lunga data siamo soliti elogiare e difendere questa piattaforma e tutto ciò che Apple ha prodotto nel tempo. In particolare, nel dibattito che ne è sorto, dopo l’affermazione di un altro mio amico (stavolta ‘reale’, non soltanto ‘sociale’) secondo cui l’affermazione del primo riguardo all’eccessivo costo dei prodotti Apple si riferisce quasi sempre a un “discorso esclusivo di performance hardware” che ignora “tutto ciò che sta intorno”.
La domanda che ne scaturiva, giustamente, è “Cosa sarebbe questo ‘intorno’?”
Per rispondere al primo amico, e a tutti coloro che si fanno al stessa domanda, devo rifare la solita premessa, per sottolineare quanto io parli con cognizione di causa e non per ‘sentito dire’: ho trattato i prodotti Apple e il Mac in particolare come divulgatore/formatore per oltre due decenni, utilizzandoli nel lavoro di grafica e impaginazione ma anche realizzando riviste come MacPower (multimediale su CD-ROM) e MacOnly (selezioni di shareware e freeware per Mac su CD-ROM), manuali su come creare video oppure musica e audio con il Mac, e di recente riviste dedicate in gran parte a iPhone e iPad. Ho anche tradotto e curato varie riviste a diffusione nazionale come MacFormat, iCreate, e simili.
Quando parlo del mondo Mac e Apple in generale, quindi, lo faccio con cognizione di causa, al di là della possibile ‘gratitudine’ che posso nutrire per un marchio (inteso come chi ci sta dietro e ci ha lavorato seriamente e duramente) che ha inciso profondamente sulla mia carriera professionale e di conseguenza sulla mia vita (provo la stessa ‘gratitudine’ per Lord Sinclair, ma questa è un’altra storia di tante vite fa).
Ecco, alla luce di tutto ciò posso tranquillamente afferma re che la percezione del mondo Apple da chi non lo utilizza quotidianamente al cento per cento è diversa anche da chi, come nel mio stesso caso, si serve da sempre di piattaforme miste come Linux e Windows e delle relative controparti nel mondo ‘mobile’. Tanto per fare un inciso, in questo momento sto usando Windows 7 su un notebook HP.
Potrei anche aggiungere che OSX, preso da solo, è la somma perfetta delle qualità di tutti gli altri sistemi operativi, in quanto alla possibilità di agire ‘da hacker’ (in senso positivo) all’interno del proprio sistema unisce la presenza tanto di applicativi altamente professionali ed efficienti (leggi: che non si impallano praticamente MAI, ma i meriti sono anche del S.O. e delle direttive di sviluppo di Apple) e nel contempo intuitivi nell’uso, quanto di freeware e shareware anche in questo caso molto spesso di altissima qualità.
Se a tutto ciò aggiungiamo che l’utilizzo di due ottime piattaforme di virtualizzazione (Parallels Desktop e VMWare) consentono a chiunque di utilizzare in modo trasparente anche eventuali applicativi per Windows e Linux, utilizzare un Mac significa davvero poter contare sul meglio di tutti i mondi senza rinunciare a nulla.
Vorrei concludere questo articolo con un’ultima precisazione: chi giudica i ‘fans’ del mondo Apple come degli esaltati e dei ‘fanboy’ in genere non fa parte della ‘maggioranza’, come non ne fa parte chi utilizza ovviamente un Mac. Questo genere di critiche e osservazioni, infatti, arrivano quasi sempre da ‘geek’ e ‘nerd’, o comunque da persone che sono molto esperte di un particolare sistema operativo e dell’informatica in generale. Nessun utente ‘medio’ (ovvero il 90% di chi utilizza un computer) avrebbe motivi particolari per negare che un prodotto come il Mac, nella sua stabilità, efficienza e sicurezza (doti che mancano spesso a Windows) e nella sua trasparenza, intuitività e semplicità d’uso (doti che mancano spesso a Linux) valga appunto il suo prezzo proprio in virtù della somma dei vantaggi appena descritti, che cambiando la qualità di vita di chi utilizza l’informatica e Internet quotidianamente assume, di conseguenza, un valore ben più alto di quello che generalmente si attribuisce all’hardware e al software in quanto tali.
E se insieme a questo ‘utente medio’ mettiamo anche chi, come me e molti altri, ha utilizzato e utilizza il Mac per motivi di lavoro, portando quindi i pregi sopra descritti anche nella vita professionale, si comprende ancora di più il motivo per cui “tutto ciò che sta intorno” a questo mondo giustifica se non ampiamente almeno in parte il costo sicuramente alto dei prodotti Apple.