Limitarsi a conservare le foto scattate col telefonino nella memoria di quest’ultimo, soprattutto se non stiamo usando una scheda microSD per la loro archiviazione, può costituire un rischio in quanto, nel momento in cui dovesse risultare impossibile accedere al telefono per qualsiasi motivo avremmo perso anche l’accesso a tutti gli scatti conservati al suo interno. Apple ha previsto, per tale motivo, un backup su cloud nei suoi iPhone attraverso iCloud (esteso non solo alle foto ma a tutti i dati che vogliamo includere), ma anche Android ci può mettere a disposizione un backup di questo tipo attraverso il servizio cloud di Google Foto, associato al nostro account che usiamo anche per la posta di GMail e per tutti gli altri servizi. Attivando quest’ultimo, infatti, potremo sfruttare lo spazio a disposizione nel cloud (limitato ma che è possibile ampliare con un abbonamento) per far sì che al suo interno siano automaticamente archiviate le foto che scattiamo nel tempo. Qui di seguito trovate le informazioni necessarie per utilizzare il pratico e prezioso servizio di Google Foto.
Uno dei metodi per salvaguardare il contenuto del disco principale del nostro computer è un suo backup integrale, ovvero la registrazione di una “copia” del sistema così come è configurato nel disco. Per chi utilizza Windows esistono diversi applicativi dedicati a questo compito, come Aomei Backupper, che permette sia di registrare su un disco esterno una copia del sistema per poterla poi ripristinare all’occorrenza, sia di “clonare” un disco su un altro (per esempio un hard disk tradizionale su un SSD) per poter utilizzare il secondo in sostituzione del primo in caso di problemi. Inoltre, Aomei Backupper consente di creare una memoria di massa di avvio (per esempio un pendrive) da usare nel caso non riuscissimo più ad avviare il disco principale e avessimo necessità di ripristinarlo da una copia del sistema salvata su un disco esterno. Il vantaggio di una soluzione come questa è la praticità, velocità e semplicità con cui si può tornare a una situazione precedente senza essere costretti alle operazioni di installazione su un nuovo disco e successiva configurazione del sistema e di tutte le applicazioni utilizzate di solito. Ci sono poi vari modi per “clonare” il disco fisso interno del nostro computer su un disco esterno da utilizzare poi in sostituzione, per esempio usando un cavo adattatore (foto in basso a sinistra) oppure un “case” (contenitore) dotato a sua volta di un cavo nel caso volessimo lasciare esterno il nuovo disco (foto in basso a destra). Nell’articolo e nel video che trovate qui di seguito, dopo le foto di esempio, potrete capire come funziona Aomei Backupper e vederlo in azione.
Nelle pagine del libro abbiamo già menzionato strumenti come il backup di sistema presente in Windows, Time Machine di macOS o Timeshift di Linux. Per conoscere in dettaglio il funzionamento di questi e altri strumenti trovate, qui di seguito, una serie di ottime risorse di approfondimento, comprese quelle ufficiali.