Nelle pagine del libro abbiamo già menzionato strumenti come il backup di sistema presente in Windows, Time Machine di macOS o Timeshift di Linux. Per conoscere in dettaglio il funzionamento di questi e altri strumenti trovate, qui di seguito, una serie di ottime risorse di approfondimento, comprese quelle ufficiali.
L’interfaccia grafica semplificata e l’uso delle app potrebbe abituarci, nei tablet e negli smartphone, a non esplorare alcune funzioni fondamentali come la gestione di file e cartelle, che possono rivelarsi invece fondamentali (per esempio quando vogliamo capire dove è stato collocato un file scaricato da un sito, da un sistema di messaggistica o come allegato di posta elettronica). Negli articoli e nei video che trovate qui di seguito potrete approfondire questo importantissimo aspetto dell’uso dei dispositivi mobili, con alcuni consigli su app alternative per la gestione dei file in Android e iOS.
Il processori utilizzati nei tablet e negli smartphone che usano il sistema operativo Android di Google (che oggi è parte di Alphabet) non sono gli stessi che troviamo nei PC, e ovviamente differiscono anche da quelli utilizzati nei computer e nei dispositivi mobili di Apple. Queste CPU, infatti, devono essere progettate per rispondere alle esigenze specifiche di questo genere di macchine, di conseguenza si è sviluppato nei decenni un mercato parallelo che vede anche in questo caso una lotta fra diversi produttori. Negli articoli che seguono troverete, rispettivamente, informazioni utili per scoprire il processore presente nel vostro tablet o smartphone, una panoramica sui processori per i dispositivi mobili e una guida alla scelta di quelli attualmente presenti sul mercato (quest’ultimo argomento presentato in due diversi articoli, di cui il primo molto più esaustivo ma non aggiornatissimo, e il secondo più sintetico ma attuale).
A differenza di quanto accade con il collegamento di periferiche a un computer, il numero di periferiche collegabili a un dispositivo mobile, tablet o smartphone che sia, di solito è molto più limitato. Potrebbe sorprenderci, tuttavia, scoprire che, per esempio, possiamo collegare un iPhone o un iPad a un televisore usando un semplice cavo adattatore HDMI (vedi esempi in basso), oppure che il nostro tablet o smartphone Android potrebbe consentirci di collegare un mouse e/o una tastiera e di simulare in modo abbastanza fedele l’utilizzo di un computer, oppure un pendrive per leggere e scrivere dei dati. Le possibilità che il sistema operativo del vostro dispositivo mobile riconosca e sia in grado di gestire la periferica collegata sono comunque legate al suo sistema operativo e alla presenza dello standard OTG, e l’unico modo per sapere se è possibile consiste nel collegarla e vedere se quest’ultimo, appunto, sia in grado di riconoscerla e quali opzioni di utilizzo metta a disposizione.
Ecco due esempi di cavi/adattatori che permettono, per esempio, di collegare una TV o un proiettore basati su standard HDMI a un iPhone o iPad di Apple:
Con il termine flashare si indica l’operazione con cui il software di sistema originale presente nella ROM di uno smartphone o di un tablet Android viene sostituito con un software alternativo, tipicamente con quello relativo a una ROM personalizzata (custom o cucinata in gergo). Si tratta di un’operazione molto delicata e consigliata solo agli utenti più esperti, in quanto un errore durante la procedura potrebbe rendere lo smartphone o il tablet letteralmente inutilizzabili (in gergo bricked, ovvero equivalente a un mattone). Inoltre, tale operazione, se condotta su un prodotto ancora in garanzia, va a invalidare quest’ultima.