Normalmente, i tablet e gli smartphone possono essere dotati di uno “slot”, ovvero un alloggiamento, in grado di ospitare le moderne schede di memoria micro SD. Questo alloggiamento in alcuni casi è condiviso con quello per le SIM, mentre in altri casi è indipendente, quindi è importante consultare bene la scheda tecnica con le caratteristiche di un dispositivo mobile prima dell’acquisto e porre le domande giuste al rivenditore per essere certi di non avere brutte sorprese in tal senso. Se il dispositivo mobile è dotato di una porta USB di tipo OTG (ovvero aderente al cosiddetto standard USB On-The-Go), possiamo ovviamente collegare un pendrive come facciamo di solito con il computer (riguardo ai vantaggi dell’OTG trovate diversi approfondimenti nei link sotto le foto di esempio), eventualmente utilizzando un adattatore se non abbiamo a disposizione un pendrive già compatibile con il connettore USB (micro o tipo C), e di alimentazione, del dispositivo (nelle foto qui sotto potete vedere sia un pendrive già compatibile con un connettore USB tipo C, sia un adattatore per lo stesso tipo di porta).
Prima di rispondere a una domanda come questa è importante chiarire il concetto di cache. Questo termine ha sempre indicato, in informatica, una memoria “cuscinetto” che ha il compito di conservare dati cui si accede più di frequente, in modo da coadiuvare la memoria principale. La memoria cache può essere abbinata alla RAM, alla CPU oppure al disco fisso, o persino a un software applicativo come il browser. Quando facciamo riferimento al rapporto fra memoria RAM e disco fisso, tuttavia, il compito della cache è soprattutto quello di ampliare la memoria a disposizione del sistema operativo soprattutto se la RAM non è molto capiente. In questo caso una parte del disco fisso sarà utilizzata come “spazio temporaneo” per ciò che il sistema operativo deve gestire, il che lascia anche capire quando può essere vantaggioso avere a disposizione un disco SSD invece di un hard disk tradizionale. Qui di seguito trovate una serie di risorse su cui approfondire questo interessante aspetto, nel caso vi avesse incuriosito.
Le memorie di massa, ovvero quelle memorie in cui si usa archiviare il software (sistemi operativi, programmi applicativi e dati), nel corso dei decenni si sono evolute passando dai nastri magnetici ai dischi (senza dimenticare le schede perforate, che furono le primissime memorie di massa in assoluto), e da questi ultimi alle memorie di massa elettroniche a stato solido, i moderni SSD (sigla che sta, appunto, per solid state disk) e le schede micro SD, versioni ultracompatte delle precedenti SD (sigla che sta per Secure Digital). Negli articoli e nei video che trovate qui di seguito potrete approfondire il concetto di memoria di massa e ripercorrere l’evoluzione di questo importante elemento del mondo informatico e tecnologico in generale.
Un disco SSD di Samsung da 500GB (link)Una schedina micro SD di Kingoston con il suo adattatore SD (link)
Una volta che abbiamo capito cos’è la RAM e perché questa memoria è così importante, potremmo essere curiosi di sapere come si fa ad ampliarne la capacità, ovvero espandere la memoria RAM in un computer (nei dispositivi mobili, tablet e smartphone, in alcuni casi è possibile espandere la ROM aggiungendo una scheda micro SD, ma in questo caso si tratta di memoria di archiviazione, identificata come ROM). L’espansione della memoria RAM di un computer è molto agevole nei modelli fissi (desktop) e un po’ meno nei portatili, ma anche per questi ultimi è di solito possibile (e spesso auspicabile) aumentarne la capacità. Negli articoli e video che trovate di seguito potrete approfondire l’argomento, nel caso foste interessati.
Anche se viene identificata con la stessa sigla, la memoria ROM ha un compito e caratteristiche diverse a seconda che sia “montata” all’interno di un computer o di un dispositivo mobile (tablet o smartphone). Nel primo caso, infatti, ciò che è memorizzato al suo interno non è cancellabile in alcun caso, vista la sua importanza nel fornire alla macchina le istruzioni per l’avvio (bootstrap), contenute le software di fabbrica (firmware), cui segue il caricamento del sistema operativo. Nel secondo caso, la definizione di ROM serve soprattutto a distinguerla dalla RAM, che viene continuamente riscritta e che in assenza di alimentazione viene cancellata (si definisce perciò una memoria volatile), ma il ruolo di questa memoria nei dispositivi mobili è soprattutto quello di ospitare il sistema operativo, le app e le informazioni memorizzate dall’utente, per esempio le foto o i video. In quest’ottica possiamo considerarla più una memoria di massa che una memoria ROM, anche se sarà sempre identificata, nelle caratteristiche tecniche del dispositivo con questa seconda definizione. Qui di seguito trovate alcuni articoli utili per approfondire ulteriormente questo interessante argomento.