Perché si dice pendrive, memory stick e “chiavetta”?

Il dispositivo di memorizzazione che in italiano chiamiamo anche “chiavetta” o “chiave USB” in inglese viene solitamente definito con altri tre termini, ovvero pendrive, thumb drive o memory stick, anche se il termine tecnico inglese più esatto è USB flash drive, dove USB indica il tipo di connettore, il termine flash il tipo di memoria e la parola drive l’unità di lettura/scrittura che la utilizza. Innegabilmente i termini pen, thumb e stick, che significano rispettivamente penna, pollice e bastoncino, fanno riferimento alle dimensioni compatte dell’unità che contiene l’elettronica del dispositivo, spesso realizzata in plastica o metallo (ma a volte anche in legno o gomma). Il termine “chiavetta” o “chiave”, invece, è un riferimento errato all’uso che si faceva di speciali dispositivi USB (e in precedenza su porta seriale, parallela o joystick) per proteggere software con licenza commerciale dalle copie illegali (la presenza di tali dispositivi “certificava” l’originalità del software, essendo inclusi nella confezione originale). Riguardo, infine, all’uso del maschile o del femminile per il comunissimo termine pendrive, diciamo che per quanto il primo sia ancora molto comune, il secondo fa riferimento all’unità di lettura/scrittura (drive) oltre che alla definizione di ‘penna’, e in quanto tale sarebbe più corretto.

Che cos’è un’unità flash (drive)?

Per comprendere la definizione di unità flash o flash drive, bisogna prima di tutto partire dal termine drive, che ha sempre indicato la meccanica dietro ai dischi (fissi e mobili) utilizzati per memorizzare i dati nei computer. Drive, infatti, indica l’hardware che “controlla” una memoria di massa e ne permette la lettura e scrittura, agendo su un supporto magnetico, ottico oppure elettronico a seconda delle tecnologie. Nel primo e nel terzo caso l’unità è basata su una meccanica dove un motore controlla sia la rotazione del disco (o del nastro) sia quella della testina che si occupa di leggere e scrivere i dati sul supporto. Nel caso di un’unità basata su tecnologia flash, invece, trattandosi di una tecnologia interamente elettronica non esistono supporti in quanto tali (sostituiti da chip) né parti meccaniche. Delle unità flash (o flash drive, vedi foto in basso) fanno quindi parte i dischi SSD (Solid State Drive), ma anche le unità di lettura/scrittura per schede di memoria (attualmente microSD, vedi foto in basso) e i circuiti di controllo all’interno di qualsiasi pendrive. Le memorie contenute in questi dispositivi, infatti, vengono dette memorie flash, e sono unità di memoria a stato solido con tecnologia NAND. Anche se potete approfondire direttamente dai link associati ai vari termini del testo appena letto, vi riporto qui di seguito, dopo le foto di esempio, alcune risorse aggiuntive che possono rappresentare ulteriore documentazione, nel caso ne aveste bisogno.

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Come avviare il computer da una memoria di massa diversa da quella principale?

Abbiamo già visto come si può utilizzare un sistema operativo diverso da quello installato sul disco principale del nostro computer ricorrendo all’avvio da una memoria di massa alternativa (per esempio un secondo disco fisso, oppure un disco esterno o un pendrive collegati alla porta USB). Ma come avviene di preciso questa fase di boot alternativo? Diciamo che l’ingrediente fondamentale è la presenza di un secondo disco, oppure di un’altra memoria di massa (comunemente un pendrive) su cui l’altro sistema operativo è stato installato, seguendo eventualmente una procedura particolare. Il vantaggio di avere a disposizione un disco di avvio secondario, tra l’altro, va al di là della semplice curiosità di provare un altro sistema operativo, in quanto potrebbe rivelarsi utile nel caso quello principale avesse problemi di avvio e volessimo, per esempio, mettere al sicuro i nostri dati più importanti prima di tentarne la riparazione. Qui di seguito trovate una serie di articoli e video che approfondiscono questo interessante argomento.

Attenzione: le operazioni che si eseguono per installare un sistema operativo su un disco o altra memoria di massa (per esempio pendrive), e in particolare quella della formattazione, eliminano quanto è contenuto nell’unità di memorizzazione, di conseguenza assicuratevi sempre di utilizzare supporti che non contengono dati importanti o, meglio ancora, che siano totalmente vuoti. Anche se un sistema operativo non può formattare il disco da cui si è avviato, in questi casi il boot (avvio) può avvenire da altre memorie di massa e di conseguenza portare al danneggiamento o alla distruzione del contenuto del disco principale del computer.

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