Dal momento che free vuol dire gratuito (oltre che “libero) e premium indica qualcosa per cui si paga ottenendo in cambio un servizio migliore di quello “base”, possiamo dedurre che la fusione dei due termini, freemium appunto, stia ad indicare qualcosa che, pur essendo di livello superiore e a pagamento, viene offerto inizialmente sotto forma gratuita. Il concetto deriva in un certo senso dallo shareware, una formula che a partire dagli anni novanta del secolo scorso consentiva di distribuire gratuitamente del software permettendo alle persone di provarlo e di decidere, in seguito, se acquistarne la licenza per la versione completa a pagamento (a volte invitando gli utenti a farlo con dei messaggi di promemoria detti nag screen). Il freeware, infine, è un software che è (e rimane) gratuito nella sua forma integrale, senza alcuna limitazione, per scelta dei suoi sviluppatori. Di solito il software “aperto” (open source) viene proposto in forma gratuita da sui creatori, che nello stesso tempo rendono disponibili a tutti il relativo codice sorgente, permettendone la modifica. Qui di seguito trovate qualche risorsa di approfondimento nel caso foste interessati all’argomento.
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