Conoscere almeno per sommi capi la storia e l’evoluzione dei principali sistemi operativi può essere utile oltre che interessante, quindi ho pensato di raccogliere per voi una serie di risorse che possano rispondere a questa domanda a seconda del sistema operativo cui siete interessati (o anche in generale a tutti e tre quelli più diffusi, ovvero da DOS a Windows di Microsoft, dal Systema OSX e a macOS di Apple e infine Linux, ma anche i due sistemi operativi “mobili” Android e iOS). Trovate, come sempre, i link qui di seguito.
Tutti i sistemi operativi offrono, di serie, uno strumento per eliminare correttamente un’applicazione, ovvero disinstallarla (l’operazione contraria alla installazione). Ciò vale sia per i sistemi desktop (Windows, macOS, Linux) sia per quelli mobili (Android, iOS), e su questi ultimi in particolare tale operazione è semplicissima in quanto basta tenere premuto il dito sull’icona dell’app da disinstallare e selezionare il comando “rimuovi”. Su computer, invece, può capitare che la disinstallazione di un’applicazione non riesca a rimuovere tutte le “tracce” lasciate dall’installazione e dall’utilizzo della stessa, e in questi casi si ricorre a dei programmi di utilità (utility) che svolgono appunto il compito di eliminare dal sistema operativo i “residui” di applicazioni e migliorarne così le prestazioni, o a volte addirittura eliminare dei problemi causati da questi elementi ormai inutili lasciati dalle applicazioni. Una delle utility più famose in questo ambito è CCleaner, anche se a causa di alcuni problemi perse di popolarità alcuni anni fa, favorendo . Nell’elenco di risorse che segue, oltre alle indicazioni sui metodi di disinstallazione standard dei vari sistemi operativi, potrete anche ottenere informazioni su queste utility e decidere se è il caso di adottarne una.
L’applicazione di videoscrittura Word di Microsoft è quasi onnipresente nei computer basati sul sistema operativo Windows, e spesso la troviamo anche su macOS, essendo l’applicazione di elaborazione testi per antonomasia (primato conteso da lungo tempo da Writer di LibreOffice, che detiene, invece, un posto d’onore su Linux). La documentazione disponibile per Microsoft Word è sconfinata, ma ho voluto segnalarvi qui di seguito un manuale e una serie di risorse sotto forma di contenuti Web e video nel caso vogliate avere già a disposizione qualcosa di selezionato e valido.
L’applicazione (e l’app mobile) della Calcolatrice può apparire come quella più banale che troviamo di serie su Windows, macOS, Linux, Android o iOS, eppure nasconde funzioni che spesso vengono ignorate proprio per questa errata impressione superficiale che l’accompagna da sempre. Ho pensato, quindi, di raccogliere per voi una serie di risorse che vi aiuteranno, a seconda del sistema che state utilizzando, ad approfondire l’utilizzo di questo piccolo ma pratico programma scoprendo, magari, proprio delle funzioni che possono risultarvi utili per i vostri obiettivi quotidiani di economia domestica, lavoro o studio. P.S. Negli ultimi due link degli articoli consigliati trovate degli spunti per cercare app alternative della calcolatrice per Android e iOS, potete voi stessi fare altre ricerche in proposito cercando nei rispettivi store con il termine calcolatrice, ovviamente.
Uno dei metodi per salvaguardare il contenuto del disco principale del nostro computer è un suo backup integrale, ovvero la registrazione di una “copia” del sistema così come è configurato nel disco. Per chi utilizza Windows esistono diversi applicativi dedicati a questo compito, come Aomei Backupper, che permette sia di registrare su un disco esterno una copia del sistema per poterla poi ripristinare all’occorrenza, sia di “clonare” un disco su un altro (per esempio un hard disk tradizionale su un SSD) per poter utilizzare il secondo in sostituzione del primo in caso di problemi. Inoltre, Aomei Backupper consente di creare una memoria di massa di avvio (per esempio un pendrive) da usare nel caso non riuscissimo più ad avviare il disco principale e avessimo necessità di ripristinarlo da una copia del sistema salvata su un disco esterno. Il vantaggio di una soluzione come questa è la praticità, velocità e semplicità con cui si può tornare a una situazione precedente senza essere costretti alle operazioni di installazione su un nuovo disco e successiva configurazione del sistema e di tutte le applicazioni utilizzate di solito. Ci sono poi vari modi per “clonare” il disco fisso interno del nostro computer su un disco esterno da utilizzare poi in sostituzione, per esempio usando un cavo adattatore (foto in basso a sinistra) oppure un “case” (contenitore) dotato a sua volta di un cavo nel caso volessimo lasciare esterno il nuovo disco (foto in basso a destra). Nell’articolo e nel video che trovate qui di seguito, dopo le foto di esempio, potrete capire come funziona Aomei Backupper e vederlo in azione.
Nelle pagine del libro abbiamo già menzionato strumenti come il backup di sistema presente in Windows, Time Machine di macOS o Timeshift di Linux. Per conoscere in dettaglio il funzionamento di questi e altri strumenti trovate, qui di seguito, una serie di ottime risorse di approfondimento, comprese quelle ufficiali.
Le impostazioni di sistema presenti in tutti i principali sistemi operativi sono un aspetto spesso trascurato dagli utenti meno esperti, eppure possono aiutarci a configurare al meglio il sistema per ottenere risultati migliori dal punto di vista dell’usabilità e delle prestazioni, oppure semplicemente a personalizzarlo in modo che si adatti meglio alle nostre esigenze. Nelle risorse che trovate qui di seguito, potrete approfondire le impostazioni di Windows, macOS e Linux così come quelle di Android e iOS, e scoprire magari degli aspetti del vostro sistema operativo che non conoscevate e che potrebbero rivelarsi importanti per usare al meglio il vostro computer o dispositivo mobile.
Entrambe sono delle interfacce utente, ovvero dei sistemi progettati allo scopo di rendere più agevole la comunicazione fra l’essere umano e la macchina, dal momento che quest’ultima “parla” esclusivamente un linguaggio fatto di zeri e uno, il cosiddetto codice binario. Prima dello sviluppo di interfacce utente di tipo grafico, ovvero simili a quelle che utilizziamo oggi, si potevano impartire comandi a un computer usando esclusivamente righe di codice, sotto forma di istruzioni singole (comandi) o interi programmi, in quest’ultimo caso usando uno dei tanti linguaggi di programmazione disponibili. L’interfaccia a riga di comando (in inglese command line interface o CLI in breve) si utilizza, in ogni caso, ancora oggi all’interno del terminale dei vari sistemi operativi. Se l’argomento vi incuriosisce, qui di seguito trovate una serie di risorse che possono aiutarvi a comprendere la storia e l’evoluzione di queste interfacce utente.
Abbiamo già visto come si può utilizzare un sistema operativo diverso da quello installato sul disco principale del nostro computer ricorrendo all’avvio da una memoria di massa alternativa (per esempio un secondo disco fisso, oppure un disco esterno o un pendrive collegati alla porta USB). Ma come avviene di preciso questa fase di boot alternativo? Diciamo che l’ingrediente fondamentale è la presenza di un secondo disco, oppure di un’altra memoria di massa (comunemente un pendrive) su cui l’altro sistema operativo è stato installato, seguendo eventualmente una procedura particolare. Il vantaggio di avere a disposizione un disco di avvio secondario, tra l’altro, va al di là della semplice curiosità di provare un altro sistema operativo, in quanto potrebbe rivelarsi utile nel caso quello principale avesse problemi di avvio e volessimo, per esempio, mettere al sicuro i nostri dati più importanti prima di tentarne la riparazione. Qui di seguito trovate una serie di articoli e video che approfondiscono questo interessante argomento.
Attenzione: le operazioni che si eseguono per installare un sistema operativo su un disco o altra memoria di massa (per esempio pendrive), e in particolare quella della formattazione, eliminano quanto è contenuto nell’unità di memorizzazione, di conseguenza assicuratevi sempre di utilizzare supporti che non contengono dati importanti o, meglio ancora, che siano totalmente vuoti. Anche se un sistema operativo non può formattare il disco da cui si è avviato, in questi casi il boot (avvio) può avvenire da altre memorie di massa e di conseguenza portare al danneggiamento o alla distruzione del contenuto del disco principale del computer.